Cultura

Beppe Costa merita la Legge Bacchelli. Un poeta va sempre amato

La legge Bacchelli è una perla della Repubblica italiana, una legge che amo, forse la legge più bella in assoluto, ed è una legge nata nel 1985 sotto il Governo Craxi. Se c’è una cosa che odio è quel liquame di corruzione e ipocrisia che fu appunto il Governo Craxi, un liquame denso di menzogna che ha generato lo svuotamento culturale berlusconiano, fatto di barzellette idiote e di programmi televisivi ancora più idioti, cipria mediatica per coprire i bubboni del malaffare e del crimine, fino ad arrivare ai minimi termini cerebrali del “pane e nutella” salviniano e dei filosofi sovranisti post-craxiani che infestano i salotti televisivi: l’orrore.

Eppure, questo orrore demenziale e ipocrita ha partorito la legge Bacchelli, nata per aiutare chi in Italia ha fatto cultura e proprio per questo si è ritrovato in mutande, senza un soldo. Bacchelli morì prima di riuscire ad avere il sostegno economico che la legge prevede, quindi fu Anna Maria Ortese, grande scrittrice italiana, la prima a potere usufruire dei benefici della Bacchelli. Questo sacrosanto riconoscimento alla cultura e all’arte della Ortese, lo dobbiamo all’interessamento di tre persone: Dario Bellezza, Adele Cambria e Beppe Costa. Oggi vi parlerò di Beppe Costa, poeta, scrittore, editore e libraio siciliano.

Trasferitosi a Roma, più precisamente nella zona di Casalotti, Beppe Costa fonda nel 1976 la casa editrice Pellicanolibri con la quale pubblica con intuito profetico autori che poi diventeranno autori di culto come Bachelard, Jodorowsky e Arrabal. Apre anche una libreria dove incessantemente, con tenacia e passione, fa cultura, organizza incontri e letture di poesia, invitando nomi del calibro di Moravia, Bevilacqua, Foà, Cambria, Agosti e molti altri. Un vero e proprio tesoro culturale, una libreria che è diventata memoria storica di un percorso artistico che non si è mai arreso all’imbarbarimento dell’ignoranza e dell’indifferenza, senza mai dimenticare i bambini, il nostro futuro, infatti la libreria Pellicanolibri ha una vasta sezione dedicata alle letture per l’infanzia.

Decenni di attività culturale instancabile, tante sigarette e cinque infarti dai quali si è miracolosamente ripreso, Beppe Costa ora si trova in condizioni critiche, ha bisogno del sostegno della legge Bacchelli, chi più di lui si merita questo atto dovuto? Uomo libero, anarchico, polemico nei confronti dell’establishment degli intellettuali nostrani, scrittore e poeta scomodo, non sarà facile per lui, con  questo “curriculum eversivo“, ottenere tale riconoscimento, ma noi ci battiamo affinché ciò avvenga e anche voi potete aiutarlo firmando la petizione che si trova in rete, trasformandovi così da lettori passivi a lettori attivi di questo pezzo che sto scrivendo.

Bisogna farlo per un semplice motivo: perché è giusto. Amare i poeti e sostenerli è giusto, lottare per la cultura è giusto, altrimenti finiremo nella fauci di chi ci propina solo “pane e nutella”, e tra una spalmata della preziosa crema e l’altra, ci fa entrare nella testa che è giusto non soccorrere donne, bambini e uomini in balìa dei flutti, oppure ci persuade che è giusto “sparare in bocca” a chi ci entra in casa, tanto per stare al sicuro con un cadavere sul tappeto, magari il cadavere di una donna o di un ragazzo. A questo orrore che  il vuoto culturale ha prodotto bisogna ribellarsi, finché siamo ancora umani, dobbiamo tornare a nutrire una rivolta etica contro tutto ciò che vuole soffocare la nostra umanità, il nostro spirito e la nostra intelligenza. Che siano gli altri ad essere ipocriti, assassini e impauriti, noi siamo noi, e noi siamo con Beppe Costa.