Politica

L’Europa inghiottita da sovranismo e propaganda. Siamo molto preoccupati

In questa occasione non riproponiamo un testo presente nel quindicinale “Nonmollare”, perché vogliamo sottolineare l’importanza di un dossier sull’argomento del giorno. L’Europa e l’Italia solo ora (forse) hanno trovato finalmente la soluzione al più grande scandalo dell’anno provocato dall’egoismo nazionalistico e dall’imperante demagogia. Sulla pelle di 49 esseri umani. Ma il ritardo è stato gravissimo e tutti ci hanno fatto una pessima figura. L’Italia, grazie al solito Salvini, in questa occasione ha sbandierato sempre in prima fila la bandiera dell’inciviltà. L’Europa è tale se rimane il faro dei diritti umani, coerente col suo percorso tortuoso (e qualche volta contraddittorio) che ha costruito la civiltà dello stato di diritto e del valore della libertà e della coscienza individuale. Altrimenti non è null’altro che un luogo geografico dove hanno preso origine nel secolo scorso due cataclismi mondiali frutto del fanatismo nazionalistico. Dopo il forfait dato dal buffone che risiede alla Casa Bianca, non resta che a una vera Europa federale la difesa dei valori democratici. E deve fare presto altrimenti anche l’Europa finisce inghiottita dal “ventre” dei popoli e della miserabile propaganda sovranista.

Siamo molto preoccupati. Sappiamo che i popoli, se non si trasformano in cittadini consapevoli e informati, sono facile preda del proprio “ventre” e della propaganda. Noi crediamo nelle regole e nella fermezza delle convinzioni: l’Italia ora è dominata sempre più dall’ignoranza e dall’improvvisazione. I nostri governanti cambiano idea ogni giorno, nessun valore indica loro un sentiero coerente da seguire. Vanno a vento: dicono e si smentiscono. In perenne campagna elettorale si dedicano solo alla propaganda. Di stabile è rimasto il solito sorrisetto di Di Maio. Doveva essere il “governo del cambiamento”, ma purtroppo l’unico mutamento visibile è quello della natura politica dei governanti. La Lega Ladrona ha cambiato pelle copiando opportunisticamente il programma lepenista. Il M5s quotidianamente smentisce la spinta che lo ha portato a conquistare un terzo degli italiani, per diventare un gruppo che bada solo al suo potere e alla possibilità di aumentarlo. Senza riuscirci. Il che lo renderà isterico e sempre più demagogico. La continuità col passato da loro criticato è pressoché totale. Questo, infatti, lo abbiamo chiamato un “governo vintage”, i nostalgici del passato e del renzismo avranno apprezzato la continuità con i voti di fiducia, il disprezzo per il parlamento, il cesarismo più sfrontato, i provvedimenti fotocopia di quelli dei governi pd, lo sfruttamento a proprio uso e consumo delle leggi più illiberali di Renzi. Come quella sulla tv pubblica. Non perdoneremo mai ai casaleggini il cinismo, e il servilismo, sfoggiato nella vicenda radiotelevisiva.

E infine il razzismo.

Nel nostro dossier commentiamo e analizziamo il Decreto sull’in-sicurezza di Salvini. E anche l’azione iniziata dal sindaco di Palermo che ha messo in atto una vera e propria disobbedienza civile. Dopo tante chiacchiere dei pidioti, finalmente abbiamo la prima azione politica di opposizione. Per farla c’è voluto un vecchio democristiano, esattamente come è un vecchio democristiano Mattarella. Orlando non a caso si appella agli organi di controllo e alla macchina statale voluta dai nostri Costituenti. Quelli veri, non quelli improvvisati come vecchi bancarottieri o ministre disinvolte.

Noi siamo con lui. I liberali discutono da secoli sul diritto di resistenza. E lo hanno fatto proprio. È il più costoso dei diritti, perché, per salvare la coscienza, chi obietta sa che nelle regole del gioco c’è che non si può evitare il prezzo da pagare. Non è l’obiezione dei cattolici o dei finti cattolici negli ospedali, che in troppe occasioni serve solo per scansare un turno o una fatica. Bertrand Russell, pacifista prima della grande guerra, sostenne le sue idee sapendo che sarebbe andato inevitabilmente in carcere. In questi giorni abbiamo letto un mare di sciocchezze sull’argomento, dappertutto ha dominato l’ignoranza su un dibattito plurisecolare. Per questo abbiamo ripubblicato un testo davvero esemplare di Norberto Bobbio sull’argomento. Raccomandiamo ai lettori di leggerlo prima di dare giudizi dettati solo dal “ventre”. Ugualmente offriamo molto materiale sul Decreto in-sicurezza. È bene conoscerlo per valutare appieno le conseguenze di un provvedimento che noi giudichiamo sciagurato e criminogeno perché certamente porta alla fine dei processi di integrazione e all’aumento vertiginoso della delinquenza. E chissà anche al debutto del terrorismo nel nostro paese. Che probabilmente è il vero fine del provvedimento. Ci siamo avvalsi della collaborazione di “Possibile” e di un testo prezioso scaturito in quell’ambiente, intitolato Il capitale disumano. Salvini e l’odio per decreto. Leggete, poi ognuno maturi la propria opinione.

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