Trash-Chic

Teatro San Carlo, la madre di tutte le Prime. Il ritorno a Napoli del figliol prodigo, Riccardo Muti, dopo 34 anni. E il palco reale si fa “politico”. En attendant quella scaligera…

Prezzi lievitati a 1200 euro per una poltronissima. Dalle prime file la melodia del russamento. Allora meglio starsene a casa propria a dormire: “Ho pensato chist so’ muort ”, ironizza il maestro che ha pensato che qualcuno stesse rantolando

Ha funzionato alla grande. La squadra Muti/Muti, padre e figlia. Riccardo & Chiara, un sodalizio artistico impeccabile. Entrambi dirigono, lui l’orchestra, lei la regia. Il maestro, nato a Napoli, diplomato al Conservatorio di San Pietro a Majella, mancava dal San Carlo da ben 34 anni. Gli sarà mancato, il teatro  regio più antico del mondo ( costruito, anno di grazia, 1737 per volontà di Carlo III di Borbone. Anticipando La Scala di 41 anni). In scena la madre di tutte le prime, da far impallidire anche quella scaligera (il prossimo 7 dicembre). Una prima da sogno con una fatata mozartiana “Cosi fan tutte”, sopratutto per chi, seduto in prima fila, ha sonoramente russato. E il maestro ha quasi confuso la melodia del russamento con un rantolo da moribondo (come ha ironizzato a sipario calato). Non era meglio rimanere a dormire a casa propria anzichè sborsare 1200 euro, a tanto era lievitata il prezzo di una poltronissima?

Io c’ero, trafelata. Arrivata all’ultimo momento. Ma c’ero. Insieme a me Donna Oliva Salviati, fiorentina, tra le donne più d’intelletto/chic che conosca. La sua è stata una mission quasi impossible: lunch nella villa settecentesca affrescata dal Tiepolo in Brianza poi di corsa all’aeroporto, ore 17: volo Milano/Napoli.
Me ne sto lì in platea: in realtà il posto accreditatomi era in terza galleria con diritto d’affaccio. Non mi lamento, infinite le richieste di accredito. Anche la Napoli colta attira oltre quella legata al “folklore” letterario del L’Amica Geniale. Ma visto che in platea c’erano dei buchi. Mi precipito subito dalla mia alta postazione a riempire uno di questi. Colgo dettagli e intercetto la prima power couple: Enzo D’Errico, direttore del Corriere del Mezzogiorno, e sua moglie Laura Valente, musicologa e Presidente Fondazione Donnaregina, se ne stanno seduti con aristocratico distacco dai soliti rituali mondani. Così fan gli altri: stanno lì per stringere mani e alleanze, sopratutto, farsi vedere.


Lo ricordava lo stesso Mozart durante il suo soggiorno napoletano: Qui non si guadagna molto… ma è sempre qualcosa e ci fa più onore e reputazione che 100 concerti in Germania. Rilegge le due righe Muti durante la conferenza stampa e si commuove.
Il palco centrale, da reale si fa “politico”. Seduti agli antipodi i “nemici” il sindaco Luigi De Magistris e il Presidente della Regione Vincenzo De Luca. A dividerli il ministro del Senato Elisabetta Casellati. Nel foyer, fra specchi, marmi e dorature, è superlativo l’ allestimento di Raffaella Rocco (In Great Co). Fanno gli onori di casa la Sovrintendente Rosanna Purchia e il direttore artistico Paolo Pinamonti.
Coccole gourmet per i palati istituzionali: soufflè di zucca, raviolo caprese in cialda di grano, maialino nero farcito con pinoli e babà a forma di Vesuvio.
Presento l’amica Oliva ( che faceva parte del seguito del mecenate francese Philippe Foriel-Destezet che ha contribuito al restauro dell’antico sipario) al sindaco De Magistris, ci tiene a dirgli: “Bravo sindaco. Avete il teatro più bello del mondo… ”.

E già attovagliato il ministro Tria e mi colpisce la sua  straordinaria “somiglianza” con l’imitatore Crozza. Praticamente non si riconosce l’originale.
Varco la soglia con il notaio Sergio Cappelli che sulla giacca sfoggia un ironico “Così fan tutti”, come lo stesso Muti ha parafrasato durante la conferenza stampa.  Dentro è una gara di eleganza lo stilista Alessio Visone  con la sua musa Annapaola Merone, in abito baroccheggiante nei colori dello storico sipario, Teresa Naldi con farfalline scintillanti ricamate sul paltot per ricordare la leggerezza della gioiosa mise en scene mozartiana. Cristina Cenammo in chiffonato Ermanno Scervino con tocco vintage. Maurizio Marinella presente in sala con la più alta concentrazione di cravatte  (visto che non tutti erano in smoking). Giuseppe e Claudia De Rosa in chiacchiera con il regista Luca De Fusco in partenza per Sanpietroburgo, in tourneè teatrale con  “Sei Personaggi in cerca d’autore”. Non è anche questa una bella notizia: anche il nostro teatro diventa d’esportazione. Vito Grassi, presidente dell’Unione Industriale, con la stilosa figlia e fashion blogger Fabrizia Grassi è vicino di poltrona di Bruno Vespa, versione melomane  e di Emilio Di Marzio, consigliere del Teatro Mercadante, altra istituzione della città.

Si cambia scenario, nel cuore del centro storico, a due passi dal San Carlo, Mino Cuciniello, un signore di vita old style, apre il suo salotto. Per un ultimo degouter mentre la governante di casa serve veracemente paccheri con ricotta e pasta e patate.

P.S. Ci tengo a un ricordo personale di Sandro Mayer, oltre mezzo secolo di carta stampata, l’apri/pista del giornalismo pop e direttore da un milione di copie. Sono stata la  sua “Talpa”, così si chiamava la rubrica da lui voluta anonima su Di Più. Mi lasciava carte blanche per prendere in giro quel mondo di socialite e jetsetter di cui, prima degli altri, aveva intuito l’estinzione. Con un colpo di genio nel 2003 Urbano Cairo lo strappò a Gente ( ne era direttore). Nacque così la casa editrice. Ai pranzi aziendali Urbano lo ha sempre voluto alla sua destra, riconoscendogli quel ruolo di co/fondatore.
Da lassù Sandro ci racconterà il Paradiso alla sua maniera.

Instagram januaria_piromallo