Sport

Sophia Floersch, terribile incidente al Gp di Macao. Le gare sono pericolose? Certo, fa parte del gioco

Un incidente terribile che impressiona osservando le immagini disponibili sui social grazie ad alcuni spettatori che dalla tribuna hanno filmato quanto accaduto e condiviso in rete. La gara di Macao è un appuntamento che gli appassionati del motorsport attendono ogni anno per la spettacolarità dell’evento, forse unico nel suo genere. Si corre su un tracciato cittadino nella località di Macao (in Cina) dal 1954, dove nel corso dello stesso fine settimana, corrono diverse categorie motoristiche, moto, granturismo e Formula 3. Chi in passato ha vinto qui, in particolare nella categoria di Formula 3, è poi diventato un campione in Formula 1 e in alcuni casi, questo tracciato ha lanciato le carriere di piloti come Michael Schumacher o prima ancora Ayrton Senna. Nomi che contribuiscono a far si che questa gara sia ancor più desiderata e ambita da molti piloti in tutto il mondo.

Vittima dello schianto la 17enne tedesca Sophia Floersch che è letteralmente decollata con la sua monoposto finendo fuori pista contro una struttura che ospitava i fotografi. L’impatto si è calcolato sia avvenuto a una velocità di ben 276 km/h e che ha coinvolto anche un commissario di percorso e due fotografi. Fortunatamente, o forse miracolosamente, nessuno ha perso la vita ma si registrano solo feriti, tra i quali la più grave, proprio la pilota. La giovane Floersch infatti, ha riportato una frattura spinale e ha, lei stessa, rassicurato sulle sue condizioni di salute attraverso il suo account Twitter. Non si conoscono i dettagli sui danni fisici riportati ma sapere già che dopo un incidente del genere sia in vita, è una notizia assolutamente positiva.

Le polemiche ora sulla pericolosità della gara di Macao sommergeranno l’intero ambiente del motorsport, non è la prima volta che su questo tracciato accadono incidenti drammatici dal finale purtroppo tragico. “Motorsport is dangerous” è scritto su tutti i pass del mondo che la Fia rilascia alla stampa e agli addetti ai lavori, ma immancabilmente a ogni tragedia, anche sfiorata, le polemiche s’innescano. Forse, però, un plauso va fatto a chi in questi anni ha lavorato per rendere questo sport un po’ meno “dangerous” e che ha portato alla realizzazione di vetture e protezioni sempre più sicure. Un incidente del genere qualche anno fa non avrebbe lasciato scampo al pilota. Oggi, invece, si ha almeno la coscienza e sicurezza di correre all’interno di telai assolutamente indistruttibili capaci di reggere a urti di una violenza tale come quello a cui abbiamo assistito oggi.

Ci si può interrogare all’infinito sul cosa spinge l’uomo a correre in pista e sfidare alcuni limiti. Si potranno raccogliere risposte a volte spirituali, a volte mistiche, a volte irrazionali, sicuramente affascinanti. Per il momento, l’unica certezza è che si è potuti, grazie a continue ricerche, a raggiungere standard di sicurezza (almeno nelle auto) che hanno ridotto il fattore del rischio. Rischio che di certo non scomparirà mai e che accompagnerà, finché si correrà, qualsiasi categoria motoristica sportiva. Di fatto, si tratta, di sport estremi.