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Draghi incontra Mattarella, l’Italia rischia la Troika. Ma il governo può sfruttarla a proprio favore

Mario Draghi incontra Sergio Mattarella, è preoccupato. Il presidente della Bce dice al presidente della Repubblica che le manovre messe in campo dal governo Lega-M5s possono provocare dure reazioni da parte dei mercati e un giudizio negativo delle agenzie di rating, in un momento in cui i rubinetti del Quantitative Easing stanno per chiudersi. A questo punto, afferma Draghi, l’unica opportunità di sostegno per l’Italia da parte della Banca centrale europea è l’Omt.

Ricordate? Forse no, perché purtroppo gli si è data poca importanza. L’Omt è la possibilità concessa agli Stati di potere ottenere un aiuto dalla Bce sotto forma di acquisto illimitato di titoli pubblici sul mercato secondario, cosa che effettivamente garantirebbe il Paese in difficoltà. Ma c’è un “cavillo”, per così dire: lo Stato che viene “aiutato” deve farsi commissariare dalla Troika, più amichevolmente presentata come “fondo salva-Stati”. Cosa vuole la Troika? Esattamente quello che vogliono i mercati: riforme di austerità, ciò che i cittadini hanno rispedito al mittente votando Lega e M5s.

Il “cavillo” però ha qualche problemino. L’Omt – annunciato ma mai attuato – è stato infatti oggetto di scontro tra la Bce e la Germania, la quale sostiene che mediante questo strumento la Banca centrale europea viola i trattati (la Bce non può finanziare i bilanci degli Stati). Il conflitto ha messo in fibrillazione l’Eurozona, poi disinnescato nel 2016 dalla sentenza della Corte costituzionale tedesca, che ha assunto toni più moderati rispetto all’ordinanza di rinvio che aveva al contrario una forte impronta sovranista.

I tedeschi restano scettici (non vogliono pagare i debiti degli altri, dicono loro) e la “pace” giuridica tra i giudici di Bruxelles e i giudici tedeschi rimane comunque precaria, perché nella pratica il piano non è mai stato attuato, dunque gli effetti reali sui conti non sono noti. Tra l’altro, la Corte costituzionale tedesca ha già riproposto il problema della indipendenza della Bce per quanto riguarda l’uso del QE. I nervi sono tesi e in qualche modo si vorrebbe passare la palla all’Italia. È possibile che con il nostro Paese Draghi voglia dimostrare alla Germania che l’Omt è sostenibile, ma questa sostenibilità significa più austerità per l’Italia, con buona pace per la democrazia.

Una strada non facile ma percorribile per questo governo, se vuole essere veramente alternativo è quello di creare le condizioni affinché lo scontro tra la Bce e la Germania si riaccenda. Si potrebbe, ad esempio, attendere che i mercati e le agenzie di rating creino tensioni, mostrarsi disponibili al sostegno della Bce ma senza che venga violato il mandato elettorale, cioè senza accettare di cambiare la manovra. A questo punto entrerebbe quasi certamente in gioco la Germania con i suoi “no” e la bravura del governo dovrebbe essere quella di fare in modo che emergano tutte le contraddizioni di un sistema di regole che non regge più. Basti solo pensare che proprio la Germania si è avvantaggiata del “fondo salva-Stati” (Mes o anche come già messo in evidenza Troika) con cui, per dirne una, ha infranto il principio di uguaglianza con gli altri Stati.