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Dl Genova, Tesoro: ‘È arrivato senza indicazione di oneri e coperture’. Chigi: ‘Nessun problema, ora va al Colle’

Fonti del ministero avevano fatto sapere che il provvedimento era arrivato alla Ragioneria "in una versione molto incompleta" e i tecnici erano al lavoro per rimediare. In serata la presidenza del Consiglio ha smentito: "Interventi in conto capitale e correnti già finanziati per il 2018". A quel punto il Mef ha confermato: "Recepiti i nostri suggerimenti. Nelle prossime ore la bollinatura, poi la trasmissione al Quirinale"

Il ruolo della Ragioneria generale dello Stato nell’iter del decreto Genova finisce al centro di un nuovo rimpallo di responsabilità tra Tesoro e Palazzo ChigiNel pomeriggio i tecnici del Mef hanno smentito di aver bloccato l’atteso provvedimento – di cui si sono perse le tracce dopo l’approvazione “salvo intese” nel consiglio dei ministri del 13 settembre – facendo sapere che al contrario erano al lavoro proprio per sbloccarlo. Rimediando alle omissioni delle amministrazioni che l’hanno inviato al loro esame “in una versione molto incompleta, senza alcuna indicazione degli oneri e delle relative coperture“. In serata però la presidenza del Consiglio ha negato qualsiasi problema di coperture (“le notizie su presunte carenze di coperture finanziarie non corrispondono al vero”) precisando che “gli interventi in conto capitale sono integralmente finanziati” e “quelli di parte corrente sono integralmente finanziati per il 2018 e, in parte, per gli anni successivi”. “Tant’è che dal Mef hanno appena confermato di avere terminato le valutazioni di propria competenza e che il decreto legge sta per essere inviato al Quirinale“, è la conclusione del comunicato di Chigi.

A quel punto fonti Mef hanno sfumato il giudizio iniziale confermando che “nelle prossime ore (stanotte o domani mattina) ci sarà la bollinatura, quindi la trasmissione al Quirinale”. “L’interlocuzione tra amministrazioni – si spiega – ha portato risultati. I suggerimenti sulle coperture elaborati dalla Rgs sono in corso di recepimento nell’articolato”. Mercoledì mattina Luigi Di Maio ha assicurato che il testo “in giornata andrà al Quirinale”.

Via XX Settembre si era fatta sentire dopo che i siti di Secolo XIX e Stampa avevano riferito che, durante la riunione del consiglio comunale di Genova, si erano diffuse indiscrezioni su un presunto “blocco” deciso dalla Ragioneria a causa appunto della “indeterminatezza” delle coperture economiche. Edoardo Rixi, viceministro alle infrastrutture, dal canto suo aveva incolpato la Ragioneria dicendo che il decreto “ce l’hanno loro dal 21 settembre, non è nel ministero. Quello che manca è la loro bollinatura”. A quel punto il ministero ha chiarito che, al contrario, la struttura guidata da Daniele Franco stava lavorando proprio per quantificare i costi e cercare di individuare le possibili coperture “da sottoporre alle amministrazioni proponenti”. Rimediando alle loro omissioni, visto che “soltanto così il decreto può essere bollinato e trasmesso al Quirinale per la promulgazione“, passaggio a cui segue la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Lunedì il premier Giuseppe Conte aveva dato per probabile l’invio al Colle questa mattina, una volta ottenuti i “riscontri” del Mef.

Alle 19 è arrivata la nota di Palazzo Chigi: “Quanto alle notizie diffuse sul decreto emergenze e sulle presunte carenze di coperture finanziarie che sarebbero all’origine di ritardo nella sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, si precisa che queste notizie non corrispondono al vero. Gli interventi in conto capitale sono integralmente finanziati. Parimenti, quelli di parte corrente sono integralmente finanziati per il 2018 e, in parte, per gli anni successivi. Per la parte residua, sarà data copertura nella prossima legge di bilancio, che sarà presentata al Parlamento il 20 ottobre. In definitiva, nessun ritardo per l’avvio delle misure di sostegno contenute nel decreto tant’è che dal Mef hanno appena confermato di avere terminato le valutazioni di propria competenza e che il decreto legge sta per essere inviato al Quirinale”.

Solitamente un provvedimento viene elaborato dagli uffici dei diversi ministeri e corredato da ‘strumenti’ normativi, messi a punto dagli staff ministeriali, che lo accompagnano durante l’esame parlamentare. Nella fase successiva all’approvazione spetta alla Ragioneria dello Stato valutare se le coperture indicate sono adeguate al rispetto dell’articolo 81 della Costituzione: la valutazione è necessaria perché il provvedimenti arrivi alla promulgazione da parte del Quirinale con tutti i crismi di costituzionalità. Senza un’adeguata copertura la pubblicazione in Gazzetta non può avvenire. Dal momento del varo da parte del Consiglio dei Ministri, che può avvenire anche salvo intese, a quello dell’approdo in Gazzetta Ufficiale talvolta passano alcuni giorni durante i quali gli uffici lavorano insieme per risolvere problemi di editing e di copertura o anche di messa a punto – ma non di modifica sostanziale – di una norma in accordo tra i ministeri competenti. In questo contesto il ruolo della Ragioneria è sia di esame terzo sulle coperture, sia di collaborazione con il governo per la soluzione dei problemi.