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Chiusure domenicali, Camusso: “Importante provvedimento”. Ma critica Di Maio e decreto dignità: “Poco coraggioso”

“Com’è noto, la Cgil da lungo tempo conduce una battaglia sulla regolamentazione dell’apertura dei negozi, anche perché la totale liberalizzazione ha determinato condizioni di lavoro molto difficili. E quindi credo che sia molto importante arrivare a un simile provvedimento”. Sono le parole pronunciate a Omnibus (La7) dalla segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, sulla decisione del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, di far chiudere negozi e centri commerciali la domenica e nei giorni festivi. “C’è bisogno di tornare ad avere una seria regolamentazione” – ribadisce Camusso – “ma col vincolo dell’applicazione dei contratti di lavoro, in modo da evitare sfruttamenti. Il M5s si propone come un qualcosa che assomiglia a una nuova lotta di classe in difesa di segmenti sociali? E’ una possibile lettura e non c’è dubbio che ci sia una ricerca di soggetti diversi a cui dare delle risposte, magari anche differenti. Tuttavia, la qualità delle risposte non è la stessa”. E spiega: “Basti pensare al decreto di dignità di Di Maio: tra la partenza e l’arrivo è mancato il coraggio di fare davvero un intervento contro la precarietà, soprattutto sui contratti a termine. Quel coraggio è mancato anche reintroducendo i voucher. Si era annunciato un disegno di legge sui rider, ma adesso la questione si è molto sfilacciata, perché c’è una scarsa attenzione al tema del contratto e delle regole generali del lavoro. Quando poi si danno risposte sul piano fiscale in termini di condono (pace fiscale, ndr), siamo molto lontani dalla necessità del Paese, cioè avere una rigorosa politica fiscale di contrasto all’evasione e, di conseguenza, di contrasto alla corruzione”. Sui rapporti con Di Maio, la sindacalista rivela: “Non sono sempre lineari. Basti pensare a una vertenza molto importante appena conclusa, come quella sull’Ilva, e al tentativo esplicito del governo di scaricare sui lavoratori e sui sindacati una decisione che, invece, spettava all’esecutivo. E’ stata necessaria la proclamazione dello sciopero perché si arrivasse a una effettiva convocazione del tavolo e a un intervento anche di merito da parte del governo. In più, subiamo anche noi della Cgil queste distanze tra gli annunci e la pratica fattuale e concreta dei provvedimenti governativi”. Stoccata finale alla pace fiscale, al reddito di cittadinanza (“un proveddimento molto parziale, si alimenta con gli ammortizzatori sociali che non possono essere cancellati”) e alla flat tax (“è un principio di ingiustizia fiscale”)