Diritti

Rom e inclusione, la risposta dei bambini ai deliri razzisti

E mentre in tutta Italia il clima si arroventa di deliri razzisti contro i rom e gli immigrati, i nostri bambini studiano, leggono, nuotano, giocano, vanno in bici e puliscono i parchi con i bambini rom e immigrati. Da anni siamo “famiglia di appoggio” e quasi ogni pomeriggio ospitiamo bimbi rom e non solo. L’“affido diurno”, o “appoggio familiare”, è un servizio importante (e forse ancora poco conosciuto) per creare reti di solidarietà, per spezzare il circolo vizioso che porta tante famiglie all’emarginazione, all’isolamento, alla devianza.

“Non capisco perché la gente è cattiva con voi e vi chiama zingari, non è vero che tutti rubate”. Ha detto un giorno la bimba del Mali alla sua amica rom, che a sua volta le ha risposto: “Infatti…la gente non capisce che non siamo tutti uguali, ci sono rom che che rubano e rom che non rubano, come ci sono italiani che rubano e non rubano”. “Non ce l’avete mica scritto nel dna che rubate, che scemenza!”, aggiunge mio figlio scuotendo il capo.

Discorsi di ragazzini di 10 anni, che hanno più buon senso di tanti adulti, venditori di odio e di menzogne. Nessuna statistica certifica una maggiore incidenza di furti e crimini nella popolazione rom rispetto al resto dei cittadini: la tendenza a delinquere non è certo un fattore genetico, etnico, dipende dall’ambiente in cui si vive.

Con i bambini abbiamo commentato anche la vicenda della capotreno lombarda, che aveva intimato agli “zingari” di scendere dal treno: “E’ ingiusto – ribadisce la bimba rom – se io salgo in treno con la mia famiglia, se non rubiamo, non diamo fastidio e paghiamo il biglietto, perché devo sentirmi dire dall’altoparlante ‘zingari scendete’? Perché devo vergognarmi di quello che sono?”. E’ “corretto” marchiare d’infamia un’intera etnia, ordinando a tutti i membri di scendere dal treno, in quanto “molestatori”? Ma allora, come protestano i “miei” bambini, sarebbe lecito anche dire: “scippatori e negri scendete”, “mafiosi e terroni scendete”, “ubriachi e inglesi scendete”? Ogni etnia potrebbe infamare un’altra solo per qualche suo membro delinquente?

Anche per colpa di questi venditori di odio e di menzogne, l’82 per cento degli italiani, secondo un rapporto del Pew Research Center, esprime un’opinione negativa nei confronti dei rom. E sono proprio i pregiudizi verso i rom che ostacolano le politiche di integrazione abitativa e lavorativa, alimentando la loro devianza. Lo abbiamo sperimentato anche noi, quando aiutavamo i nostri amici a cercare casa e lavoro. Il loro cognome faceva storcere la bocca a quasi tutti.

Stanchi delle solite trite e ritrite lamentele razziste di tanti nostri concittadini: “I rom rubano, i rom sporcano, gli immigrati sono parassiti”, questa estate abbiamo organizzato momenti interculturali di incontro e di ecologia: li chiamiamo i giovedì ecologisti e antirazzisti, pulendo tutti insieme (adulti e bambini di ogni provenienza etnica, religiosa, geografica) i parchi della nostra città.

Siamo infatti noi occidentali, che consumiamo l’80% delle risorse mondiali, a dover dare il buon esempio, a rispettare la natura, a vivere con sobrietà, a rinunciare a qualcosa. E così anche la nostra famiglia, come quelle che sosteniamo è senz’auto. Ci si ingegna, per andare al lavoro o a scuola, con bici e mezzi pubblici e (al limite) condivisione di auto. Vogliamo far passare il messaggio che il benessere è sobrietà e non “molto avere”.

Certo, i problemi non mancano, nessuna famiglia è perfetta, né italiane né rom, né immigrate. Ma conoscendosi i problemi si affrontano, le diversità sono risorse, si dialoga, magari si litiga, ma al di fuori di ogni pregiudizio e barriera etnica o religiosa. “Abbiamo accumulato, accumulato e adesso non ne possiamo più”, si è lamentato l’editorialista e giornalista Gabriele Canè dalle colonne del Resto del Carlino. E io vorrei rispondergli: siamo noi, che delle menzogne e dell’odio, non ne possiamo più. Vi lancio un invito: aprite le porte di casa vostra, siate famiglie di appoggio, andate a pulire i parchi gomito a gomito con rom e immigrati, scambiateci due parole, ascoltate i discorsi dei vostri e dei loro bambini. Scoprirete un’umanità che vi farà molto bene.