Cronaca

Regione Lombardia, la giunta approva stanziamento per installare telecamere negli asili nido

Il testo, approvato in giunta, affronterà a settembre il vaglio del consiglio regionale. L'installazione, almeno inizialmente, avverrà in via sperimentale e su base volontaria

La Regione Lombardia stanzierà 600mila euro per l’installazione di telecamere negli asili nido, mentre altri 300mila saranno destinati alla formazione degli operatori che lavorano in queste strutture e a iniziative di prevenzione dei maltrattamenti dei bambini. Lo prevede un progetto di legge approvato dalla giunta guidata da Attilio Fontana e intitolato ‘Iniziative a favore dei minori che frequentano nidi e micro nidi’. Dopo l’ok dell’esecutivo, a settembre il testo passerà al vaglio del Consiglio regionale. La Regione vuole rispondere con questa legge a quella che viene considerata a tutti gli effetti una emergenza.

DALLE MAESTRE DEL VARESE ALLE SUORE DEL CASERTANO – A metà luglio è stato condannato a tre anni di carcere Enrico Piroddi, l’ex titolare dell’asilo milanese ‘Baby world Bicocca’, arrestato in flagranza di reato nel 2016. L’ex coordinatrice della struttura, Milena Ceres, è stata invece condannata a sette mesi di reclusione che si aggiungono ai due anni e nove mesi patteggiati nel rito abbreviato. Ma i casi sono tantissimi. A marzo è accaduto in provincia di Pordenone, ad aprile sono finite nei guai due maestre di un asilo nido di Gavirate, in provincia di Varese. A maggio, in una scuola materna di Colorno (Parma) sono state arrestate due maestre. A giugno, poi, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Nord ha sospeso quattro suore di una scuola paritaria di San Marcellino, nel Casertano.

LO STANZIAMENTO REGIONALE – L’obiettivo del testo presentato dal presidente della Lombardia e dall’assessore regionale alle Politiche per la famiglia Silvia Piani “non è però controllare il lavoro degli insegnanti, ma tutelare il minore” ha spiegato l’assessore, precisando che si forniscono agli insegnanti anche strumenti “per capire se ci sono situazioni di disagio all’interno della famiglia”. È previsto infatti il finanziamento di 150mila euro all’anno per il 2018 e il 2019 per le iniziative di formazione e informazione rivolte agli operatori e alle famiglie e di 300mila euro per il 2019 e altrettanti per il 2020 che la Regione investirà per favorire l’installazione dei sistemi di videosorveglianza, in via sperimentale e su base volontaria. La gestione della formazione sarà affidata alle Ats, che hanno già competenza specifica.

LA CONSULTA REGIONALE – Il progetto di legge prevede anche l’istituzione di una Consulta regionale con funzioni consultive e propositive rispetto alle linee di intervento. Presieduta dall’assessore regionale alla Politiche della famiglia Silvia Piani, ne faranno parte il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, il responsabile della protezione dei dati della Regione, rappresentanti di Ats, Asst, Anci e direzioni regionali in materia di politiche sociali, sociosanitarie, istruzione e formazione. Vi potranno partecipare, previa intesa, anche i rappresentanti del Tribunale per i minorenni e della Prefettura di Milano.

IL NUOVO DISEGNO DI LEGGE – L’approvazione del progetto di legge arriva a pochi mesi dalla presentazione (ad aprile scorso) di un disegno di legge che rilancia la proposta di implementare la videosorveglianza negli asili nido, nelle scuole d’infanzia e nelle strutture socio-assistenziali che ospitano persone anziane e disabili. In realtà, nella scorsa legislatura, la Camera dei deputati aveva già esaminato e approvato, su iniziativa del gruppo di Forza Italia, un provvedimento che si occupava della materia. Il testo, però, trasmesso in Senato, non è mai giunto all’esame dell’Assemblea. La relazione al disegno di legge recante “Disposizioni in materia di videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia nonché presso le strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio” sottolinea la necessità di colmare il vuoto normativo che non consente un’adeguata prevenzione del fenomeno e a causa del quale sono quasi esclusivamente le famiglie a scoprire e denunciare le violenze subite da anziani, disabili e bambini.

LA QUESTIONE DELLA FORMAZIONE – Il testo spinge anche verso la regolamentazione (delegata al Governo) della formazione del personale, aspetto esaminato nel corso del dibattito della XVII legislatura “delineando i princìpi di una delega legislativa in grado di assicurare la verifica di requisiti che integrino l’idoneità professionale – si legge nel testo – con una valutazione attitudinale, nonché la previsione di incontri periodici con lo scopo di individuare precocemente le eventuali criticità e le possibili soluzioni, favorendo la condivisione e la crescita professionale del personale”.  Dal testo si evince il chiaro tentativo di individuare un punto di equilibrio “tra la tutela della riservatezza e della libertà dei soggetti coinvolti e le esigenze di monitoraggio ed efficacia di intervento in caso di comportamenti anomali”.