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Salvini vede Seehofer: “Incontro positivo”. Ma sui movimenti secondari non c’è intesa: “Serve più collaborazione”

Il ministro dell'Interno italiano e il collega tedesco alla vigilia del vertice di Innsbruck: "Obiettivi comuni tra Italia e Germania". Ma sui movimenti secondari c'è distanza. Il titolare del Viminale: "Preferisco evitare altri arrivi"

Un incontro “molto positivo”. E un nuovo vertice, tra circa due settimane, probabilmente a Milano. Tanto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, quanto l’omologo tedesco, Horst Seehofer, sono usciti dal bilaterale di Innsbruck, alla vigilia della riunione dei ministri dell’Interno europei, apparentemnete soddisfatti.  Uno scambio “positivo” lo ha definito il leader della Csu, membro del governo Merkel, che in questi giorni sta producendo, sul tema accoglienza, più di un grattacapo alla cancelliera.

Ma al di là delle dichirazioni di facciata, Salvini e Seehofer si sono trovati distanti su un punto fondamentale, quello dei movimenti secondari dei migranti. Cioè, il passaggio dal Paese in cui vengono registrati a quello in cui desiderano andare (ed eventualmente vivere). Non è un caso, infatti, che fino a poche settimane fa il ministro bavarese agitasse la minaccia di una chiusura delle frontiere tedesche, che poi ha portato alla promessa, da parte di Angela Merkel, di istituire delle aree di identificazione ed espulsione lungo il confine.

Non è un segreto che Seehofer vorrebbe rispedire gli immigrati nel primo Paese di approdo. A tal proposito, Salvini ha dichiarato che “siamo disponibili ad aumentare i controlli alle frontiere, ma serve una maggiore collaborazione tra i Paesi dell’Ue“. Sui ricollocamenti dei migranti “teoricamente c’era un accordo in base al quale l’Italia avrebbe dovuto ricollocare 47mila immigrati richiedenti asilo e, invece, ne abbiamo ricollocati solo 12mila. Perché gli altri Paesi non hanno accettato niente e nessuno. Io, più di ricollocare chi è già presente, preferisco ragionare sull’evitare altri arrivi”. Per concludere che “i movimenti primari vengono prima di quelli secondari”.

L’attenzione, così, è stata spostata, dal titolare del Viminale, dai movimenti interni ai Paesi ai fondi. “Abbiamo chiesto e ottenuto – ha dichiarato – supporto per presidiare le frontiere esterne, intervenire in Libia, per spendere soldi in Africa, per ridurre il numero delle partenze e delle richieste di asilo e suddividere coloro che sbarcano in Italia”. Poi, la proposta che probabilmente verrà avanzata ai colleghi, cioè quella di considerare la Libia “un porto sicuro” per i migranti.

“Oggi il bilaterale con la Germania. Domani l’incontro con la consigliera federale Svizzera, il collega francese e il trilaterale con Germania e Austria. Questa la dedico alla sinistra italiana che dice che l’Italia è isolata. Non so che cosa facessero i miei colleghi in precedenza, ma siamo ascoltati e ricercati in maniera positiva da mezza Europa” ha detto Salvini. Che ha aggiunto: “Ovvio, voglio vedere i fatti, ma dal punto di vista di ascolto e interesse l’Italia è tornata centrale”.