Lavoro & Precari

Il decreto Dignità è solo una pezza. Al mercato del lavoro serve una modifica strutturale

di Nicola Sorgi

Il decreto Dignità, sbandierato come un “colpo mortale al Jobs Act”, in realtà delude le aspettative proprio sul tema cruciale, quello del precariato. E non perché le misure proposte non siano giuste: il problema è la modalità con cui si è deciso di agire sul mercato del lavoro. Invece di cancellare veramente il Jobs Act, per proporre una vera riforma che garantisca stabilità e riesca a far fronte ai cambiamenti delle tipologie di lavoro, si è semplicemente messa qualche pezza alla norma vigente.

Le nuove tecnologie porteranno ad uno sconvolgimento totale del panorama lavorativo in tempi brevissimi: è necessaria una modifica strutturale, che rimetta al centro i diritti del lavoratore anziché le esigenze di flessibilità dell’azienda, e che combatta la precarietà e la disoccupazione ripartendo dalla redistribuzione del lavoro. La robotizzazione porterà alla scomparsa di milioni di posti di lavoro: questo non dovrebbe essere un problema ma una risorsa, che permetta a tutti di lavorare meno e vivere meglio. I fondi (qualora ci siano) per il reddito di cittadinanza dovrebbero andare verso una diminuzione dell’orario settimanale standard per restituire il lavoro alle persone, anziché creare un sussidio: è questa la dignità di cui c’è bisogno.

Ci sono tre chiavi di lettura della riforma proposta: o il Movimento non ha le competenze per distruggere il Jobs Act e ricostruire il mercato del lavoro; o non ne ha ancora avuto il tempo ( e speriamo di vedere segnali positivi nei prossimi mesi); o, opzione più tetra, manca la volontà.

Il problema fondamentale è che i lavoratori in Italia stanno aspettando che un qualche potere decida di rivolgersi a loro e di restituirgli ciò che nell’ultimo decennio gli è stato tolto; purtroppo la storia ci insegna che i diritti non funzionano così. I diritti vanno conquistati, e riconquistati. Nessun progresso nei diritti dei lavoratori si è mai verificato nella storia, senza che i lavoratori incrociassero le braccia. Nessun potere ci concederà per grazia quello che è nostro per diritto.

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