Donne

A Trento come a Colonia. Molte donne molestate ma qui si insultano le vittime

Durante il raduno degli alpini che si è svolto dall’11 al 13 maggio, molte donne hanno denunciato di essere state molestate: apostrofate con commenti volgari, palpeggiate, accerchiate e bloccate da gruppi di uomini. Eppoi come una ciliegina sulla torta un invito a bagnare con la birra la “tua alpina preferita” (da notare il possessivo). Una iniziativa che gli organizzatori hanno bollato come l’idea di un imbecille, peccato che il problema non fosse solo di quell’unico imbecille.

Al 91° raduno alpino è stata sdoganata la peggiore sottocultura machista che non vuole limiti per gli uomini ma ne impone sempre molti alle donne che, per esempio, non possono camminare per strada tranquille. Il poco previdente sindaco Alessandro Andreatta aveva sospeso il divieto di bere e distribuire alcolici in strada senza preoccuparsi delle conseguenze. In quei giorni in città è anche aumentato il giro della prostituzione, un fatto che è stato usato come argomento per tacitare le denunce delle molestie. Come se la prostituzione dovesse giustificare o autorizzare gli uomini a commettere molestie o violenze sessuali.

Le attiviste di Non una di meno sono state testimoni dirette delle aggressioni e hanno denunciato una “situazione istituzionalizzata” e condannato “una manifestazione di sessismo, machismo e virilismo” spacciata per festa. Durante il raduno degli alpini si sono ripetuti episodi simili a quelli avvenuti a Colonia il 31 dicembre del 2016. Allora l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica si era concentrata sul problema degli uomini stranieri che portano la barbarie di civiltà arretrate nel cuore dell’Europa. Nel caso di Trento la notizia delle molestie è stata ripresa da alcune testate ma con un basso profilo.

Dopo la pubblicazione del comunicato, la pagina fb di Nudm Trento è stata attaccata con ingiurie, scritte in buona parte da donne: nessuna sarebbe stata molestata “tutte zoccole che gradivano”. La sottocultura arcaica ha inciso troppo a lungo e troppo in profondità e alcune si sono sentite in dovere di riassettare diligentemente per nascondere sotto al tappeto degli inviti al silenzio ciò che non doveva essere detto. In questo caso le violazioni della libertà delle donne che hanno il sacrosanto diritto di attraversare le strade senza essere inseguite e trattate come prede, sono state negate e minimizzate.

Non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Nella differente valutazione della violenza contro le donne gioca sempre lo status sociale di aggressore e vittima in una infinita combinazione di variabili. Ricordo che nel 2013 il mio centro antiviolenza Demetra condusse un gruppo di 15 donne di nazionalità differenti sul tema della sicurezza nelle strade. Si parlò anche del problema delle molestie e di come le donne percepiscono lo spazio pubblico come uno spazio maschile. Fu un’esperienza interessante: quasi tutte raccontarono di essere state molestate in più di una occasione ma sempre da uomini di altra nazionalità. Per le italiane i molestatori erano soprattutto uomini del nord Africa o dei Paesi dell’Est, per le donne del nord Africa i molestatori erano soprattutto italiani e uomini dell’est, e così via.

Alcune donne ebbero bisogno di tempo per capire che la consapevolezza della violazione dei propri diritti e del proprio spazio era condizionata dallo status sociale e dalla nazionalità dell’aggressore. Dopo la condivisione emersero ben altre testimonianze su molestie e violenze commesse anche da connazionali.

Nell’interesse di una convivenza civile e tenendo bene a mente lo slogan femminista “Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano”, il primo cittadino di Trento dovrebbe aprire una riflessione pubblica per stigmatizzare e condannare i comportamenti che ledono la libertà delle donne. Se fossero stati gruppi di immigrati a bere e a molestare probabilmente le reazioni sarebbero state diverse.

C’è una domanda ancora che vorrei fare alle donne e agli uomini che hanno aggredito la pagina Fb di Nudm con ingiurie: come spieghereste agli immigrati – che potrebbero essere stati testimoni di molestie commesse da italiani – che se le fanno loro sono il frutto avvelenato di una civiltà arretrata che non rispetta le donne (che in quel caso sono vittime certe) e quando le commettono italiani, magari con tanto di divisa, sono goliardate e le donne sono tutte “mignotte e bugiarde”? Secondo voi che esempio è stato dato da Trento su una differente civiltà e cultura? Così, tanto per capire…

@nadiesdaa