Cinema

Loro, Sorrentino e il private banker

Mio fratello Roberto mi ha fatto questo piccolo regalo: una recensione in cui contrappone la prima parte di Loro 1 – il film di Paolo Sorrentino su Silvio Berlusconi – al mio videoritratto Private banker:

“Qualcuno deve avere detto a Sorrentino che i primi venti minuti de La grande bellezza erano la cosa migliore del film. Forse per questo Loro 1 è tutto così: una lunga festa romana, che poi diventa una lunga festa sarda ecc. Loro 1 è un inaspettato peana al Numero 1. Il mondo descritto da Sorrentino è talmente vacuo, che il personaggio di Berlusconi si dislaga da esso come una montagna di granito da un mare di merda. Nel finale, inoltre, Sorrentino gli dona pure un tratto romantico, malinconico, irresistibile.

Per fare una critica dura al berlusconismo ci vorrebbe un regista di ghiaccio e bisturi come Michael Haneke. Sorrentino e Berlusconi si somigliano in qualcosa: entrambi sono ultra innamorati della propria intelligenza, entrambi sono ambiziosi, superbi e amano la bella vita. Per questo Sorrentino non è adatto a stangare Berlusconi. Haneke, quello sì che tirerebbe mazzate. Tra i nostri: Mario Martone e Gianni Amelio.

Nel film di Ricky Farina sul Private banker la sceneggiatura è perfetta, perché l’ha scritta la vita. Il set anche, perché l’ha deciso il caso. Ricky non fa che fissare sul video questi due elementi, decidendone il ritmo, naturalmente. Non si tratta di raccontare mostri viziosi e non sarà certo Ricky Farina a dover dire come prendere il berlusconismo del protagonista. A ognuno le sue opinioni, a ognuno il suo mestiere. Qui nessuno è giudice né maestro di morale. Se vivere si deve, che si viva. Lo scontro (di classe?) è aperto. A noi Berlusconi non piace, a Ricky Farina nemmeno, al private banker sì. A noi piace il private banker, anche a Ricky Farina piace. La situazione si complica, quando c’è di mezzo l’individuo“.

Il 10 maggio è uscito Loro 2. Staremo a vedere.