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Italiani scomparsi in Messico, il legale delle famiglie: “Sono ancora vivi. Chiediamo invio di investigatori italiani”

Così l'avvocato Claudio Falleti durante un incontro alla Farnesina. Una riunione indetta per fare il punto sulla missione della scorsa settimana in centro America della delegazione italiana, guidata dal sottosegretario agli Esteri Enzo Amendola

I tre commercianti napoletani scomparsi in Messicosono vivi e l’attività investigativa si sta muovendo in questa direzione”. A dirlo è l’avvocato Claudio Falleti, legale delle famiglie durante un incontro alla Farnesina. Una riunione indetta per fare il punto sulla missione della scorsa settimana in centro America della delegazione italiana, guidata dal sottosegretario agli Esteri Enzo Amendola.

Secondo i familiari infatti, i loro cari sarebbero stati venduti dai poliziotti che li avevano bloccati. “La missione – ha riferito il legale – si è svolta su tre livelli: politico, giudiziario e investigativo. Amendola ha prima incontrato il suo omologo messicano, poi ha avuto contatti con la procura di Guadalajara e con il vice governatore dello stato di Jalisco. “Noi – ha detto ancora l’avvocato Falleti – dopo oltre 60 giorni di buio, chiediamo al nostro ministero dell’Interno che si attivi per ottenere l’invio di investigatori italiani sul posto”.

Alla Farnesina, insieme con il legale, si sono recati Francesco Russo, figlio di Raffaele Russo, e altri familiari dei tre. “Alle controparti messicane sono state ribadite l’importanza che il governo attribuisce alla vicenda e l’urgenza di fornire al più presto notizie ed elementi certi alle famiglie” dei connazionali scomparsi in Messico, “richiedendo al riguardo massime rassicurazioni sull’impegno profuso dalle Autorità locali per risolvere rapidamente il caso”, si legge in una nota diffusa dalla Farnesina.

I tre erano andati in Messico, dove tra l’altro viveva già un loro congiunto, per vendere dei generatori elettrici e non si hanno più loro notizie dal 31 gennaio scorso. Il mese scorso quattro poliziotti di Tecalitlan, la località dello stato di Jalisco dove i tre sono spariti, sono stati arrestati per averli “consegnati” a un’organizzazione criminale. Già rinviati a giudizio, per loro è scattato un anno di carcere preventivo. Gli agenti hanno confessato ma non hanno rivelato il nome della banda alla quale gli italiani sono stati dati per 43 euro. La zona di Jalisco è nota per i rapimenti lampo, specie di stranieri, ad opera di bande vicine ai narcotrafficanti in cambio di denaro.