Politica

Pd, Orfini: “Referendum tra iscritti? Non è necessario. La nostra gente non ci vuole al governo con M5S o Lega” ed attacca Franceschini e Veltroni

Sul futuro governo è stata avanzata l’ipotesi di un referendum tra gli iscritti del Partito Democratico per decidere cosa fare. Il Presidente dem Matteo Orfini, che si presenterà dimissionario alla prossima Assemblea Nazionale del partito, è molto critico: “Non credo onestamente ce ne sia la necessità in questo caso. Io che giro tra i circoli del nostro partito, vedo che i nostri iscritti condividono la decisione presa in Direzione Nazionale, anzi noi riceviamo quotidianamente mail, telefonate e richieste di tenere il punto su questo: la nostra gente non ha alcuna intenzione di vederci al governo col M5S o con la Lega”. “Noi – sostiene Orfini – abbiamo già assunto una posizione chiara, che è quella che il Pd deve stare all’opposizione. Il Pd ha già deciso – sottolinea il Presidente dei Democratici, che riserva stoccate ai colleghi di partito – mi stupisce che qualcuno un minuto dopo aver votato in Direzione quella scelta abbia iniziato a metterla in discussione, ma questo appartiene al modo non particolarmente brillante di discutere che ha il mio partito, che è una delle ragioni, non la principale ovviamente, per cui le elezioni sono andate male e che forse varrebbe la pena di cambiare”. Orfini non si riferisce all’apertura di Rosato: “Ettore ha usato l’ipotesi del referendum come rafforzativo di quella che è la sua e la nostra posizione – cioè di stare all’opposizione – altri, invece, hanno proposto cose differenti”. E dunque Orfini boccia l’ipotesi lanciata negli scorsi giorni da Dario Franceschini: “Ipotesi già escluda dalle forze che hanno vinto le elezioni e dunque durata il tempo della lettura dell’intervista e dunque che già non esiste più”. Ma Orfini boccia duramente anche le prese di posizione del padre nobile del Pd, Walter Veltroni: “Ipotesi che non esiste, è una proposta radicalmente sbagliata. Ricordo a Veltroni che il Pd nasce, per sua brillante intuizione,  intorno all’idea di vocazione maggioritaria, che nulla c’entra con la possibilità di partecipare o dialogare con una forza che nulla ha a che fare con i principi ed i valori del Partito Democratico”. “Il Partito Democratico starà all’opposizione”, ribadisce Orfini che alla constatazione che il Pd è comunque il secondo partito, contrappone una lettura diversa: “Noi siamo terza coalizione, in una legge sì proporzionale, ma che prevede le coalizioni e non ci si può chiedere di aiutare, di partecipare o di favorire la nascita di un governo a noi alternativo su tutto. Le soluzioni per governare le devono trovare le prime due forze che hanno vinto le elezioni”. Le aperture di Di Maio sui ministri vi potrebbero interessare? “Non ci interessa minimamente. Col M5s non c’entriamo nulla. Siamo radicalmente alternativi a loro e alla Lega”, conclude Orfini.