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Ex spia russa avvelenata, Trump, Merkel e Macron con May: “Mosca viola regole”. Putin riunisce Consiglio di Sicurezza

A meno di 24 ore dalla decisione del Regno Unito, arriva la risposta di Mosca nell'affaire Skripal: "Espelleremo i loro diplomatici, la vostra è russofobia". La replica occidentale è immediata: "Russia irresponsabile, ha infranto le convenzioni internazionali sulle armi chimiche", scrivono in una nota congiunta Gran Bretagna, Usa, Francia e Germania. La Nato concorda: "Minaccia alla sicurezza internazionale e alla pace, violate le norme". E Boris Johnson definisce "schiaccianti" le prove a carico del Cremlino

Si complica l’affaire dell’ex spia russa Sergei Skripal avvelenata a Salisbury. Dopo la decisione del Regno Unito di espellere 23 diplomatici russi, arriva la rappresaglia di Mosca e la convocazione del Consiglio di sicurezza da parte di Vladimir Putin. E dall’altro l’immediata controreplica con una dichiarazione a quattro di Gran Bretagna, Usa, Francia e Germania nella quale si accusa il Cremlino per un attacco che ha messo a rischio anche “molte vite innocenti di cittadini britannici” e si condanna l’uso di un agente nervino “per la prima volta in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale”.

La nota congiunta: “Russia irresponsabile”
Sul fronte occidentale, la risposta all’avvelenamento è all’unisono. Gran Bretagna, Germania, Francia e Usa firmano una nota congiunta resa nota da Downing Street: “Noi – si legge – i leader di Francia, Germania, Stati Uniti e Regno Unito, aborriamo l’attacco contro Sergei e Yulia Skripal a Salisbury”, un attacco che ha messo a rischio anche “molte vite innocenti di cittadini britannici”. “L’uso di un agente nervino militare, di un tipo sviluppato in Russia, rappresenta la prima offensiva con uso di agente nervino dalla Seconda guerra mondiale”, evidenziano i quattro, descrivendo l’accaduto come “un assalto alla sovranità del Regno Unito”, nonché “una chiara violazione della Convenzione sulle armi chimiche e del diritto internazionale che minaccia la sicurezza di tutti noi”.  Sollecitano quindi Mosca a “fornire una piena e completa illustrazione del programma Novichok all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac)”. Denunciano infine più in generale come “irresponsabile” il comportamento recente del Cremlino, ma si appellano comunque alle “responsabilità della Russia come membro del Consiglio di sicurezza dell’Onu per garantire la pace e la sicurezza internazionali”. In precedenza, la Casa Bianca aveva concordato con le espulsioni decise dal Regno Unito perché rientranti in un “quadro di comportamento in cui la Russia disprezza l’ordine internazionale, mina la sovranità e la sicurezza di altri Paesi e tenta di sovvertire e screditare le istituzioni e il processo democratico occidentale”. Mentre Emmanuel Macron aveva annunciato che anche la Francia prenderà misure appropriate. Anche la Nato è tornata a farsi sentire nelle scorse ore definendo l’avvelenamento “una minaccia alla sicurezza internazionale e alla pace”, in quanto costituisce una “violazione delle norme e accordi internazionali” che è “inaccettabile – dice il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg –  e non ha posto nel mondo civilizzato”.

Putin convoca il Consiglio di sicurezza
Mentre la Russia tiene la barra dritta. Putin ha convocato il Consiglio di sicurezza nazionale, manifestando “grande preoccupazione per la posizione distruttiva e provocatoria della parte britannica”. Alla riunione erano presenti il premier Dmitry Medvedev, il ministro della Difesa Sergei Shoigu, i responsabili dei servizi di intelligence interna ed esterna, i presidenti delle due Camere del Parlamento, oltre ad altri alti funzionari e al ministro degli Esteri Sergei Lavrov, che si prepara ad espellere presto diplomatici britannici. La sua portavoce Maria Zakharova sostiene che le accuse di Londra sul presunto coinvolgimento della Russia nel caso Skripal siano dettate da motivi politici interni alla Gran Bretagna e afferma che la premier britannica Theresa May voglia “atteggiarsi a leader forte”. Zakharova ha ribadito che Mosca non aveva alcun motivo per avvelenare l’ex spia doppiogiochista e la figlia Yulia e ha bollato come “russofobia” il sostegno americano alle accuse britanniche contro il Cremlino. La “decisione finale” sulle espulsioni “sarà ovviamente presa” dal presidente Vladimir Putin, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Ma “non c’è dubbio che” Putin “sceglierà l’opzione che meglio di tutte corrisponde agli interessi della Federazione Russa. Non ci servirà molto tempo – ha sottolineato Peskov – per varare le misure di risposta“. La Russia “è perplessa di fronte alla posizione adottata dalla Gran Bretagna sul ‘caso Salisbury’ e non la comprende”.

Johnson: “Prove schiaccianti”. Ed evoca minaccia Putin
Eppure Boris Johnson considera “schiaccianti” le prove. Il ministro degli Esteri britannico alla Bbc, evoca una minacciosa frase attribuita al presidente Vladimir Putin nel giorno dello scambio di spie che coinvolse proprio Skripal: “I traditori soffocheranno nei loro 30 denari. Per il resto, Johnson si è limitato alcune argomentazioni ‘deduttive’, sostenendo che il Cremlino avrebbe avuto interesse a colpire Skripal – e a farlo in modo tanto plateale, con una micidiale tossina identificata dai britannici come frutto del programma sovietico Novichok – per dare un avvertimento a tutti coloro che “pensano di disertare” o a “scegliere un altro stile di vita”: tanto più mentre “il sistema di potere di Putin” diventa a suo dire “sempre più repressivo” e “corrotto”. Mercoledì contro la Russia si era scagliata la premier – che oggi ha effettuato un sopralluogo nel giardino dove gli Skripal sono stati stati ritrovati – sostenendo che Mosca aveva risposto con “disprezzo” e “sarcasmo” all’ultimatum britannico sul caso Skripal e la sola spiegazione è “che lo Stato russo è colpevole del tentato omicidio“. In un discorso alla Camera dei Comuni May aveva precisato che la misura rientra “nell’azione immediata per smantellare la rete di spionaggio” russo in Gran Bretagna: i funzionari, identificati come “ufficiali di intelligence non dichiarati”,”avranno una settimana di tempo per lasciare il Paese”. Il 12 marzo May aveva lanciato un ultimatum al Cremlino e chiesto spiegazioni sull’agente nervino “Novichok“, sviluppato negli arsenali sovietici, utilizzato per l’attacco: un giorno di tempo per dare “spiegazioni credibili”, che per il governo di Londra non sono arrivate. “Molti di noi avevano guardato alla Russia post-sovietica con speranza – ha concluso – Volevamo una miglior relazione ed è tragico che il presidente Putin abbia scelto di agire in questo modo”.