Capitoli

  1. Conti pubblici, l’osservatorio di Cottarelli: ‘Partiti annunciano calo del debito. Ma le loro promesse lo portano al 138% del pil’
  2. Per il centrodestra programma da 136 miliardi. Ne mancano almeno 54
  3. Con le promesse Pd 38 miliardi di maggiori spese senza coperture
  4. M5S vuol ridurre il debito di 40 punti. Ma le sue proposte lo fanno salire di 7
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Per il centrodestra programma da 136 miliardi. Ne mancano almeno 54 - 2/4

L'analisi dei programmi elettorali dei tre principali schieramenti. Quello del centrodestra costa 136 miliardi e le coperture si fermano a 82. Quello del Pd non prevede in modo dettagliato alcun taglio per compensare 38 miliardi di minori entrate e maggiori spese. Gli annunci dell'M5S costano oltre 100 miliardi e ne mancano 64. Eppure tutti sostengono di voler ridurre il debito/pil, ora al 131,6%

Una flat tax al posto delle attuali aliquote Irpef, l’eliminazione del bollo auto e delle imposte di donazione e successione, l’abolizione dell’Imu prima casa per tutti, il reddito di dignità per chi vive sotto la soglia di povertà, l’abolizione della riforma Fornero, le pensioni minime a mille euro. Secondo l’Osservatorio le promesse contenute nel “programma per l’Italia” del centrodestra costano – tra aumenti di spesa e riduzioni di entrate – 136 miliardi di euro. Ma le fonti di copertura si fermano a 82 miliardi, ammesso che davvero si riesca a recuperarne 64 dall’eliminazione di agevolazioni fiscali (il programma non dice quali) e a far calare di 4,3 miliardi le spese per i migranti bloccando completamente gli sbarchi. Restano quindi da trovare, a stare bassi, 54 miliardi.
Eppure Forza Italia prefigura anche “un rapido rafforzamento dei conti pubblici con un aumento dell’avanzo primario che raggiungerebbe il 4 per cento del Pil nel 2022″: vale a dire che la politica economica del partito di Silvio Berlusconi sarebbe all’insegna dell’austerità. Con tanto di “calo marcato del debito pubblico” (di circa 20 punti percentuali di Pil in 5 anni). Stando alle tabelle inviate dal partito, in uno scenario definito “di crescita media” – in cui il pil nominale dovrebbe aumentare nel 2022 del 4% – il rapporto debito/pil calerebbe a fine legislatura al 112,8%. Ma questo risultato appare poco realistico, spiega l’analisi degli economisti che affiancano Cottarelli. La stima di crescita del pil è molto ottimistica, come le entrate da privatizzazioni che si dovrebbero ottenere creando un nuovo veicolo a cui trasferire patrimonio pubblico. Inoltre il quadro non tiene conto che il debito di qui al 2020 aumenterà di 55 miliardi in più rispetto a quanto spiegato dall’andamento del deficit. “Con ipotesi macroeconomiche meno ottimistiche e in assenza di ulteriori coperture”, si legge nel commento dell’Osservatorio, “il debito pubblico al 2022 sarebbe pari al 135,8 per cento del Pil contro il 131,6 nel 2017″. E “l’effetto cumulato sul debito della mancanza di adeguate coperture ammonterebbe nel quinquennio a 174 miliardi di euro“.

 

…e il piano della Lega sui conti pubblici dice il contrario – Resta poi da capire come i piani di Forza Italia possano conciliarsi con quelli della Lega, che “ha indicato obiettivi di finanza pubblica del tutto diversi: l’avanzo primario verrebbe quasi azzerato nel corso del quinquennio e l’indebitamento arriverebbe a superare il 3%, violando le regole europee, “il che potrebbe portare a un innalzamento dello spread sul debito pubblico italiano, mentre il quadro della Lega prevede tassi di interesse bassi per il quinquennio”. Il rapporto tra debito pubblico e Pil scenderebbe solo di poco più di 10 punti percentuali e solo per effetto di un’accelerazione della crescita al 2,5 per cento in termini reali e il 4,7 per cento in termini nominali”. Pure il quadro delineato dal Carroccio, peraltro, “comporta una mancanza di coperture per circa 24 miliardi di euro al 2022 o l’1,2 per cento del Pil”.