Trash-Chic

Trash-chic, quando Marina Ripa di Meana mi tirò una cappellata in faccia

Racconto di un incontro ravvicinato a Cortina Incontra. Prima di salire sul palco Marina mi aveva suggerito a freddo: “Sei pronta a fare una mezza sceneggiata?". Solo dopo capii a cosa alludesse ma la situazione le era sfuggita di mano

Cortina Incontra, la rassegna cultural/chic ideata da Iole e Enrico Cisnetto che attirava i poteri forti in trasferta ampezzana. Io presentavo il mio libro  Bella e d’annata (Cairo editore), lei Lettere a Marina.  Dato il parterre bisognava assolutamente farsi notare, bucare  con un exploit. E lei di questo era Gran Maestra. Quando presi la parola citai I miei primi quarant’anni (cioè i suoi, quelli della signora Ripa). Il mio concetto era semplice: mentre lo leggevo, una ventina d’anni prima, consideravo l’autrice una signora di mezz’età. Oggi certi riferimenti anagrafici/generazionali si sono spostati e nessun ventenne preso a caso vedrebbe una quarantenne  come na’ vecchia.  Mentre parlavo fui aggredita da una furia che mi insultava: “Come ti permetti di darmi della signora di una certa età. Perchè far notare al pubblico la più che evidente differenza d’età?”

E pensare che prima di salire sul palco Marina mi aveva suggerito a freddo: “Sei pronta a fare una mezza sceneggiata?”. Solo dopo capii a cosa alludesse ma la situazione le era sfuggita di mano: agli urli passò ai fatti, si tolse il basco nero (che le stava delizioso poggiato alle 23) e me lo tirò addosso. Elegantemente Nicoletta Picchio, brillante firma del Sole 24 Ore e moderatrice del dibattito sulla seduzione raccoglieva il cappello, il guanto della sfida.  Sorrideva in prima fila il regista Carlo Vanzina, sonnecchiava in quarta il marito Carlo Ripa di Meana, risvegliato solo dagli acuti della moglie. Ai lanci fuori programma Marina aveva una certa dimistichezza, al Maurizio Costanzo Show andò peggio e si beccò una torta in faccia.

Quando Marina smise di strillare, si diede un’aggiustatina al trucco. Calato il sipario mi offrì la mano in segno di pace. In fondo una certa età era un bel traguardo, o no? E gli anni meglio amarli che nasconderli.  L’incidente era bello e dimenticato, se non fosse stato per Antonio Ricci che inserì la baruffa nella categoria “Nuovi mostri” e ci mandò in onda su Striscia la notizia. Come Marina nessuno mai, ha rivoluzionato la storia del costume che le andava troppo stretto, fu anche attivista di buone cause e fino all’ultimo ha dimostrato una forza che eclissava le più giovani e trendy. Una battaglia contro il tumore durata 16 anni ( “ Il più grande tradimento subito. A tradirmi è stato il mio corpo”). E una frase diventata il suo testamento: “ Se tornassi a nascere, vorrei essere un fiume. Straripante”.

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Come sarà il 2018? Sarà ancora un anno tostissimo? Lo chiedo a Ciro Discepolo, lo scienziato delle stelle, conferenziere, all’attivo un mucchio di seminari in giro per il mondo di “Astrologia Attiva”, 126 libri, tradotti in otto lingue, il teorico della rivoluzione solare mirata (andare anche in capo al mondo per sfruttare i buoni transiti di pianeti). E ovviamente fustigatore degli oroscopari, di quelli che scrivono gli oroscopetti per i giornali. Con il piglio del giornalista d’inchiesta Discepolo ha appena pubblicato Il delitto di Sarah Scazzi. E sta scrivendo un altro sul delitto di Yara Gambirasio. Una lettura astrologica dei fatti: della cugina assassina Sabrina, omicidio di Avetrana, scrive: “La famigerata congiunzione Marte-Saturno, quasi a zero gradi… se esiste il demonio questo è il suo domicilio”.

Ciro, se tutto è scritto negli astri, quando usciremo da questa accidenti di crisi?“Sei sicura che lo vuoi sapere?”, mi guarda di sottecchi. Altrochè. “Meglio non scriverlo”. Insisto. “Non prima del 2021”. Vabè ormai ci abbiamo fatto il callo. E poi parte la spiegazione scentifica: “Ogni secolo ha avuto il suo indice ciclico. I picchi di crisi coincidevano con gli “ammassi planetari”. Basta dare uno sguardo alle costellazioni del 15-18, del ’29, del 39-45”. Senza disturbare le stelle Ciro evita accuratamente di passare tutte le feste consacrate in famiglia ( allargate, acquisite). Natale, Capodanno, Pasqua, solo lui e la sua adorabile seconda moglie Daniela. Ma c’è una spiegazione anche per questo: “Sono una trappola organizzata con violenze multiple e reiterate. Si sta a tavola troppe ore, troppe calorie incamerate, energia compressa, miscela di alcol e zuccheri che basta una piccola ironia malinterpretata da far diventare esplosiva. E partono faide che durano anni”. Meglio mettersi in contemplazione di un cielo stellato.

Twitter: @januariapiromal