Cultura

Quattro mezze cartelle/ 14: Sinopia

Proposta editoriale numero 14. Mi fa piacere che alcuni editori leggano e si interessino a qualche lavoro pubblicato. Era successo anche con I manoscritti nel cassetto. E comunque: per chi vuole proporre un primo inedito le modalità sono contenute in questo post. Buone cose e buona lettura

Sinopia
di Federico Roli

Incipit

La prima sera che scesi a Termini l’umidità era forte. Come un vero provinciale che arriva in città, avevo preso l’ultimo treno disponibile, e al mio arrivo la stazione era deserta. La attraversai di fretta. Trovai il piazzale antistante male illuminato, e in giro solo turisti ed extracomunitari. Mi sentii a casa: non ero straniero anch’io? Il mio autobus avrebbe sostato alla pensilina più lontana. L’attesa fu lunga, e temetti che la corsa non esistesse proprio. Magari il cartello era lì da tempo, e nessuno si era curato di rimuoverlo. Le ruote del trolley si andavano coprendo di guano di piccione, e pensai che il conducente avrebbe potuto accorgersene; ma quando l’autobus si fermò davanti a me, la paura scomparve. L’ultima corsa del 211 era uno scassone. Faceva tremare il mio bagaglio, che dovetti abbracciare come un’amante. L’autista fu gentile: mi indicò la fermata a cui sarei dovuto scendere, e mi salutò cordiale. Pensava fossi un soldato che rientrava al Forte di Pietralata.

Brano scelto dall’autore

I primi giorni di settembre feci il trasloco. Unico contrattempo: l’ostello che avevo prenotato strabordava di ragazzi alla ricerca di domicilio, e l’atmosfera era intossicata dalla concorrenza più sfrenata. Ci si parlava, ma giunti all’argomento principe si chiudeva la conversazione per non avvantaggiare l’altro con qualche metodo di ricerca poco conosciuto. A Milano era questione di velocità: alcuni passavano la giornata davanti a un sito di annunci su internet, e tenevano la mano destra sul mouse – che puntava in continuazione il tasto “refresh” – mentre la sinistra impugnava il cellulare pronto per la chiamata. Mi adeguai; era assurdo perdere la vista davanti a una linea dello schermo, in attesa che cambiasse di titolo, ma non avevo scelta. Mi riuscii di prenotare qualche visita, ma subito si palesò un’altra difficoltà: i casting.

Se l’annuncio sul sito compariva alle dodici, gli inquini accettavano e inserivano in lista quelli – centinaia – che telefonavano prima delle quindici, e volevano davvero conoscerli tutti. Questo processo prendeva almeno una settimana. Se ero stato tra i primi a chiamare, venivo invitato per un martedì, ma il casting – magari dieci persone a volta – continuava fino al lunedì successivo. In pratica, all’atto della scelta gli inquilini non ricordavano chi fossi! Sceglievano uno che avevano visto le ultime sere.

Quarta di copertina

Dieci anni dopo il giro di boa del millennio, l’incontro-scontro di un giovane con la realtà. Il protagonista sbarca a Roma carico di aspettative per seguire un master presso una prestigiosa università. Prende così il via una carrellata di eventi a dipingere l’Italia di uno dei tanti nuovi arrivati: dai primi lavori alla politica, dalla radio alle camminate in città per vincere la disoccupazione, e ancora il trasferimento a Milano, con l’esperienza dell’azienda privata. In questo turbinio, la scoperta dell’arte per stare bene e l’entusiasmo per le sinopie, metafora della condizione umana, sempre in bilico tra ciò che si vorrebbe essere e ciò che si è diventato.

L’autore

Federico Roli è nato nel 1982 a La Spezia. Dopo la laurea in scienze politiche presso un ateneo romano, lavora per la televisione. L’interesse per i temi internazionali lo spinge verso l’Università del Kent, Canterbury, a tentare un dottorato di ricerca sulla politica estera della Turchia, e poi a Bruxelles. Sinopia è la sua prima produzione letteraria.

(federico.roli@gmail.com)