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Cinema

Film in uscita al cinema, cosa vedere (e non) nel fine settimana del 14 e 15 ottobre - 3/7

DOVE NON HO MAI ABITATO di Paolo Franchi, con Emmanuelle Devos, Fabrizio Gifuni, Giulio Brogi. Italia 2017. Durata: 97’. Voto 3/5 (AMP)

Ha abbandonato un futuro brillante nell’architettura Francesca, cinquantenne italo-francese figlia d’arte da entrambe i genitori, quando ha deciso di tornare e sposarsi nella natìa Parigi lasciando il padre burbero e vedovo a Torino. È l’occasione del compleanno di lui e di un incidente domestico di cui l’anziano architetto è vittima, a riportarla nel capoluogo piemontese per un periodo lungo abbastanza da rimettere tutta la sua vita in discussione.  Il quarto lungometraggio di Paolo Franchi è un melò naturalistico dallo stesso autore definito “in costume ma di odierna ambientazione”. Se le dichiarate ispirazioni a Čechov, James ma anche al cine-melodramma americano fra gli anni ’50 e ‘60 piuttosto che a quello francese anni ’80, aiutano a “raccogliere” sulla carta i toni dell’opera, questa è profondamente nutrita dai temi cari al cineasta bergamasco, qui “sostanziati” in una forma vicina alla narrazione classica, atta a una riflessione esistenziale retrospettiva: un bilancio su vittorie e sconfitte generatrici più di auto-riconciliazione che non di distruzione. È quest’ultimo, infatti, l’aspetto “rivoluzionario” del nuovo dramma di Franchi, giammai tragico e al contrario assai vitale, benché congelato nella necessaria estetica borghese, trattando la vicenda di architetti d’interni di grido, individui che non prescindono dall’imposizione in struttura di qualunque realtà attraversi la loro esistenza, incluse le relazioni. Rinunciare ad “architettare” per Francesca (un’intensa Emmanuelle Devos) si traduce in uno spiazzamento fuori programma sia per la sua famiglia d’origine, per quella di destino con un marito francese finanziere ma anche per la vita di Massimo (Gifuni, bravissimo), il “delfino” del padre della donna. Dove non ho mai abitato  è un’opera di rigore e insieme di sentimenti, di struttura e di emozioni, e dunque di opposti e contrari che inevitabilmente parlano del e all’essere umano, ieri oggi e domani.