Capitoli

  1. Elezioni Sicilia, dal Pd a Forza Italia la carica degli “impresentabili”: in corsa imputati, indagati e condannati
  2. Forza Italia e la carica degli indagati 
  3. Il candidato che imbarazza Musumeci  
  4. Moderati ma non troppo
  5. Nel Pd amnesie, indagini ed esordi scomodi
  6. Gli impresentabili stanno a casa. Si candidano i parenti
Politica

Gli impresentabili stanno a casa. Si candidano i parenti - 6/6

A parole sarebbero tutti contrari. "Liste pulite", chiede il candidato governatore del centrodestra, Nello Musumeci. "Liste pulite", risponde l'aspirante presidente del centrosinistra, Fabrizio Micari. Il risultato, però, è un altro. Da destra a sinistra corrono per un posto all'Assemblea regionale siciliana candidati condannati per reati gravi come la corruzione elettorale e indagati di tutti i tipi: estorsione, abuso d'ufficio, falso. Poi ci sono i parenti degli ex impresentabili. Ecco i nomi sui quali vigilerà la commissione Antimafia

Luigi Genovese

Un capitolo a parte meritano i “parenti di”. Per il momento sono due i casi clamorosi. A Palermo la lista unica Fratelli d’Italia-Noi con Salvini candida Mario Caputo detto Salvino. In realtà Salvino è suo fratello, ed è già stato lungamente consigliere regionale con An e con il Pdl. Poi, purtroppo, è decaduto a causa di una condanna in via definitiva per tentato abuso d’ufficio: da sindaco di Monreale aveva tentato di cancellare alcune multe prese dall’automobile del vescovo. È abbastanza incensurato (ipse dixit) anche Luigi Genovese, il figlio ventenne di Francantonio, primo segretario del Pd in Sicilia, passato con Forza Italia dopo che i suoi colleghi deputati avevano votato a favore del suo arresto. Nell’inchiesta sui dorati corsi di formazione Genovese è stato condannato in primo grado per associazione per delinquere, truffa, riciclaggio, frode fiscale, peculato perché con enti controllati da lui e dai suoi familiari ha truffato la Regione siciliana. L’entità della truffa? Circa venti milioni di euro. E a proposito di familiari: non si ricandida a questo giro suo cognato, Franco Rinaldi, consigliere regionale uscente, a sua volta coinvolto nell’inchiesta. Il motivo? Genovese ha deciso che in politica è il momento di lasciare spazio ai giovani. A patto che siano suoi parenti.