Cronaca

Pedofilia, Papa Francesco: “La Chiesa è arrivata tardi. Mai la grazia ai colpevoli”

Il Pontefice ha parlato a braccio davanti ai membri della Commissione per la tutela dei minori, da lui istituita nel 2014: "Non è stato facile cominciare questo lavoro, avete dovuto nuotare controcorrente". Poi ha ammesso: "L'antica pratica di spostare la gente, di non fare fronte al problema, ha addormentato un po' le coscienze"

“Siamo arrivati in ritardo“. Il mea culpa di Papa Francesco sui casi di pedofilia che negli anni hanno travolto la Chiesa parte da questo concetto. “L’antica pratica di spostare la gente, di non fare fronte al problema, ha addormentato un po’ le coscienze“, ha ammesso il Pontefice nel suo discorso davanti alla Commissione per la tutela dei minori, da lui istituita nel 2014 proprio per far fronte agli scandali sessuali che hanno coinvolto preti e vescovi in tutto il mondo. “Chi viene condannato per abusi sessuali sui minori può rivolgersi al Papa per avere la grazia“, ma “io mai ho firmato una di queste e mai la firmerò“, ha annunciato Papa Francesco.

Bergoglio ha parlato a braccio davanti ai membri della commissione. “Lo scandalo dell’abuso sessuale è veramente una rovina terribile per tutta l’umanità, che colpisce tanti bambini, giovani e adulti vulnerabili in tutti i paesi e in tutte le società”, sono le parole con cui ha aperto il suo discorso. “Per la Chiesa è stata un’esperienza molto dolorosa – ha aggiunto – sentiamo vergogna per gli abusi commessi da ministri consacrati, che dovrebbero essere i più degni di fiducia”. Francesco ha poi espresso “profondo dolore” alla commissione: “L’abuso sessuale è un peccato orribile, completamente opposto e in contraddizione con quanto Cristo e la Chiesa ci insegnano”.

Sul problema della pedofilia, ha sostenuto il Pontefice, “la coscienza della Chiesa è arrivata un po’ tardi: quando la coscienza arriva tardi, i mezzi per risolvere il problema arrivano tardi”. Poi ha insistito: “Non è stato facile cominciare questo lavoro, avete dovuto nuotare controcorrente – ha detto ai membri della commissione – sono consapevole di questa difficoltà ma è la realtà e lo dico così: siamo arrivati in ritardo”. “L’antica pratica di spostare la gente, di non fare fronte al problema, ha addormentato un po’ le coscienze”, ha affermato. Papa Francesco ha voluto infine sottolineare la sua intransigenza nei confronti dei pedofili nella Chiesa. “Spero sia chiaro – ha detto – io mai ho firmato la grazia per abusi sessuali sui minori e mai la firmerò”.

Anche solo guardando agli ultimi mesi, la Chiesa non è stata immune a nuovi casi di pedofilia. Il più eclatante riguarda George Pell, il porporato australiano incriminato per presunti abusi sessuali commessi in Australia. Il cardinale era un uomo chiave del pontificato riformatore di Bergoglio, che subito dopo l’elezione lo ha inserito nel Consiglio di cardinali per riformare la Curia romana e poi gli ha affidato la guida della Segreteria per l’economia. Per la prima volta nella storia uno scandalo di abusi sui minori ha travolto una personalità così alta all’interno della Chiesa cattolica. Una vicenda ancora più grave di quella avvenuta nell’arcidiocesi di Boston nel 2002, quando il cardinale arcivescovo Bernard Francis Law fu accusato di aver coperto migliaia di casi di pedofilia commessi dai suoi preti.

E’ stato un duro colpo anche per Papa Francesco, che di conseguenza ha voluto ribadire la linea dura solo qualche giorno dopo, a inizio luglio, allontanando il cardinale Gerhard Ludwig Müller dai vertici della Congregazione per la dottrina della fede, il dicastero vaticano a cui spettano le condanne dei preti che commettono abusi sessuali sui minori. A puntare il dito contro Müller era stata Marie Collinsla vittima di abusi da parte del clero che Francesco aveva nominato nella Commissione per la tutela dei minori. Dopo che anche l’altra vittima, Peter Saunders, aveva lasciato l’organismo vaticano istituito da Bergoglio per combattere la pedofilia, la Collins non era rimasta in silenzio nel momento in cui aveva deciso di dimettersi: “Da quando la commissione ha iniziato i suoi lavori a marzo del 2014 – aveva spiegato la donna irlandese – sono stata impressionata dall’impegno dei miei colleghi e dal genuino desiderio di Papa Francesco di avere assistenza nell’affrontare il tema degli abusi sessuali del clero”. “Tuttavia – proseguiva la Collins – vi sono stati costanti ostacoli. La mancanza di cooperazione, in particolare da parte del dicastero più direttamente coinvolto nell’affrontare i casi di abuso è stata vergognosa”, aveva affermato la Collins riferendosi esplicitamente alla Congregazione guidata da Müller.