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Attentato Barcellona, 3 italiani tra i 14 morti. Un terrorista in fuga: “Forse in Francia”. Nel covo 106 bombole di butano

La terza connazionale vittima dell'attentato è Carmen Lopardo, 80 anni. Mentre la polizia catalana è alla ricerca dell'ultimo terrorista in fuga, Younes Abouyaaqoub, sospettato di essere l'autista del van lanciato a tutta velocità sulla Rambla, è scontro tra le autorità spagnole e quelle catalane. "Cellula smantellata", dice Madrid. Ma dalla Catalogna smentiscono. Intanto, nella base logistica di Alcanar, sono state trovate 106 bombolette di butano che sarebbero servite per imbottire 3 furgoni-bomba. El Confidencial: "Volevamo distruggere la Sagrada Familia". Rinvenuto anche un secondo cadavere: forse è di Abdel Baki Essati, imam di Ripoll

C’è ancora un terrorista in fuga e la polizia sospetta che sia l’autore materiale della strage sulla Rambla di Barcellona. Ma proprio sulle indagini è scontro tra il governo spagnolo e le autorità catalane: Madrid e le istituzioni catalane sono in totale disaccordo sullo smantellamento o meno della cellula jihadista. Che conta ancora un ricercato: si chiama Younes Abouyaaqoub, ha 22 anni ed è di origine marocchina. È l’unico sopravvissuto del commando che giovedì si è reso protagonista di due attacchi, uno nella capitale della Catalogna con 13 morti (oltre 120 i feriti, 15 in condizioni critiche) e l’altro sul lungomare di Cambrils dove c’è stata una vittima. Sette, invece, sono i terroristi morti e 4 si trovano in stato di arresto.

Madrid: “Cellula smantellata”
Motivo per il quale il ministro dell’Interno spagnolo Juan Ignacio Zoido, al termine di una riunione di emergenza, ha affermato che la cellula “è stata totalmente smantellata”. Zoido ha spiegato: “Possiamo dire che la cellula è stata totalmente disattivata in considerazione delle persone morte, delle persone arrestate e delle identificazioni da parte della polizia”. Ma prima i Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, e poi lo stesso ministro dell’Interno della Catalogna hanno smentito le sue parole.

Dalla Catalogna negano
“Noi non possiamo né confermare né smentire il governo – è stata la risposta del portavoce dei Mossos Albert Oliva – I Mossos guidano queste indagini, in coordinamento con la polizia nazionale e la Guardia civile. Vi informeremo quando considereremo che la cellula è stata smantellata”. Poco dopo è intervenuto anche il ministro dell’Interno del governo catalano Joaquim Forn: “Non voglio contraddire il ministro Zoido – ha detto – ma questa indagine è affidata ai Mossos d’Esquadra. Ciò che è avvenuto a Cambrils ci rassicura sul fatto che sia stato assestato un colpo importante alla cellula. Però  in questo momento non si può dire che sia stata totalmente smantellata”. Le parole di fuoco arrivate da Barcellona hanno provocato la reazione di Madrid: il ministero dell’Interno, citato da Europa press, ha ribadito che la cellula “come gruppo organizzato non esiste più”. La diversità di vedute tra le autorità centrali e quelle catalane – tra l’altro a meno di due mesi dal referendum sull’indipendenza – alimenta i dubbi sul coordinamento nelle indagini e lo scambio di informazioni prima e dopo la strage alla ricerca dei terroristi.

“Forse è in Francia”
Così, nel frattempo, Abouyaaqoub – che i Mossos d’Esquadra credono essere l’autista del furgone lanciato sulla Rambla – resta in fuga, forse verso la Francia, riferisce l’Ansa riportando le dichiarazioni della polizia al Telegraph. Nella notte sono stati fermati e perquisiti due bus nella zona di Girona, sui quali si pensava potesse trovarsi il giovane marocchino. Ma le ricerche del presunto autista del furgone sono state senza esito e, a quanto pare, l’auto su cui sarebbe stato segnalato il fuggitivo – una Renault Kangoo bianco – è stata ritrovata due giorni fa senza nessuno a bordo. Il Kangoo, noleggiato giovedì 17 a Parets del Villes, è poi stato localizzato lungo l’autostrada all’altezza di Baix Camp, vicino a Cambrils. All’interno c’era il contratto di noleggio firmato da uno dei terroristi e una carta di credito intestata a Said Aalla, altro membro del cellula. Della segnalazione del veicolo da parte degli spagnoli ai francesi si era invece saputo nella giornata di venerdì.

Gli altri sospetti uccisi o detenuti
Abauaaqoub potrebbe essere insieme ad altri due sospetti terroristi e si teme che i tre possano lanciare ulteriori attacchi in luoghi frequentati dai turisti. Gli altri 3 terroristi ricercati per la strage, tra cui Moussa Oukabir, 17 anni, sono invece stati uccisi dai Mossos d’Esquadra con un altri due jihadisti nella sparatoria vicino Tarragona avvenuta tra giovedì e venerdì. Dei dodici accusati di far parte della cellula, 5 sono morti nella sparatoria di Cambrils (tre sono stati identificati) e 2 nello scoppio della casa ad Alcanar durante la preparazione degli ordigni che – nelle loro intenzioni – avrebbero dovuto provocare una strage con “molti più morti”. Quattro persone, ritenute dagli inquirenti vicine agli attentatori, sono state fermate grazie al lavoro dell’intelligence spagnola e restano attualmente detenute.

‘Madre di Satana’ e 106 bombole di butano nel covo
Durante la fase di bonifica della villetta di Alcanar, secondo i media spagnoli, la polizia spagnola ha rinvenuto tracce del potente esplosivo Ttap (perossido di acetone), chiamato anche ‘madre di Satana‘, 106 bombole di butano e altro materiale esplosivo che – scrive La Vanguardia – sarebbero serviti a fabbricare tre furgoni-bomba che, secondo El Confidencial, “sarebbero serviti per far saltare in aria la Sagrada Familia”, storico tempio di Antoni Gaudì. La ‘madre di Satana’ non è un nome nuovo nelle indagini dell’antiterrorismo. Il Ttap, infatti, è già stato usato negli attacchi jihadisti di Parigi, Manchester e Bruxelles. Un elemento che conferma la ‘qualità’ della cellula spagnola che – secondo gli inquirenti – sarebbe nata nei dintorni di Ripoll, la cittadina vicina ai Pirenei dove sono nati o vivevano almeno 4 presunti terroristi. Questa mattina la polizia ha effettuato una perquisizione (foto a sinistra) nella casa di imam di Ripoll, Abdel Baki Essati, alla ricerca di tracce di Dna da comparare con i resti biologici del secondo cadavere ritrovato all’interno del covo di Alcanar.

“Volevano un furgone più grande”
Un’ulteriore elemento avvalora la tesi che un attacco più devastante sia sfumato. Fonti vicine all’indagine, riferiscono all’Ansa, che due degli appartenenti alla cellula avrebbero voluto noleggiare un furgone di grandi dimensioni, probabilmente per rendere più importanti gli effetti dell’attentato. Ma il mezzo è stato loro rifiutato, perché i due erano troppo giovani e con pochi anni di patente di guida alle spalle. La mattina di mercoledì 16 agosto, Mohamed Hychami e Youness Abouyaaqoub si sono presentati nell’agenzia di autonoleggio di Santa Perpetua de Mogoda chiedendo di affittare un van di grandi dimensioni. Dopo il rifiuto dell’agenzia, i due hanno noleggiato non uno ma due Fiat Toledo. Uno di questi viene ritirato la mattina stessa da Hychami e Abouyaaqoub e verrà ritrovato parcheggiato nella località di Vic, a nord di Barcellona. L’altro, noleggiato ufficialmente a nome di Youness e di Driss Oukabir (il giovane arrestato e che ha denunciato il furto dei suoi documenti, fratello di Moussa, ritenuto il capo del commando) viene prelevato alle 16 ed è il mezzo utilizzato per l’attentato sulle Ramblas.

Chi è la terza vittima italiana
Dopo Bruno Gulotta e Luca Russo, è stata identificata anche l l’italo-argentina Carmen Lopardo: la terza vittima italiana aveva 80 anni e si era trasferita in Argentina oltre 60 anni fa. Come quasi tutte le vittime dell’attentato, anche Lopardo, ha spiegato il ministero degli Esteri argentino, “si trovava a Barcellona da turista“.

Il rabbino di Barcellona: “Meglio andarsene”
Sabato, nel giorno di preghiera degli ebrei, il rabbino capo di Barcellona Meri Bar-Hen ha invitato la sua comunità – che definito “condannata” sia a causa dell’islam radicale sia per la presunta riluttanza delle autorità a confrontarsi con questo – “a pensare di non essere qui per sempre”. Citato dai media, il rabbino spiega di aver incoraggiato gli ebrei “a comprare proprietà in Israele” perché “questo posto è perso” ed è “meglio andarsene prima che dopo.”