Diritti

Charlie Gard, il governo britannico: “Decideranno i giudici”. Dai genitori petizione per farlo portare negli Usa

In attesa della nuova sentenza di lunedì, il ministro della Giustizia David Lidington precisa che l'esecutivo non avrà alcun ruolo nella decisione. Intanto dai coniugi Gard arriva un altro appello perché il bimbo, malato terminale, possa tentare un trattamento medico sperimentale negli States

Il governo britannico non avrà alcun ruolo nella decisione sul trattamento medico del piccolo Charlie Gard. A farlo sapere è stato il ministro della giustizia David Lidington mentre si attende una nuova udienza sulla possibilità di curare in maniera sperimentale il bambino di 10 mesi affetto da una rara malattia incurabile che i genitori vorrebbero trasferire negli Stati Uniti per sottoporlo a una cura mai provata finora. La decisione sarà presa lunedì 10 luglio dai giudici in modo “indipendente e imparziale” sulla base dei fatti, ha assicurato il ministro.

Dopo la lettera inviata dal Bambino Gesù di Roma con la proposta del protocollo ad hoc, l’Alta Corte inglese, su richiesta del Great Ormond Street Hospital che assiste il piccolo, si esprimerà in una nuova udienza “alla luce delle richieste relative a possibili altri trattamenti”. La nuova cura è stata elaborata da un team di medici internazionali coordinati proprio dall’ospedale pediatrico romano. “La nostra visione non è cambiata” ribadiscono i medici inglesi. Ma “riteniamo opportuno vedere la posizione della Corte di giustizia. La nostra priorità è sempre stata e sarà sempre l’interesse di Charlie Gard”, assicurano.

Intanto i genitori di Charlie hanno presentato all’ospedale inglese che tiene in cura il figlio una nuova petizione. “Se Charlie continua a combattere, continuiamo a combattere anche noi”, hanno spiegato. Nel nuovo appello i coniugi Gard chiedono che il bimbo, affetto da deplezione del Dna mitocondriale, possa essere trasferito negli Stati Uniti per il trattamento medico sperimentale.

Sulle sorti del piccolo i giudici inglesi si erano già espressi con una sentenza della Corte Suprema che seguiva la linea dei medici del Great Ormond Street Hospital: sospendere le cure “non più compatibili con la dignità del bambino”. La decisione è stata condivisa anche dalla Corte d’Appello inglese e in ultima battuta il 27 giugno dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. I medici dovevano cessare le cure il 30 giugno ma hanno deciso di aspettare qualche altro giorno. Poi le nuove proposte di cura.

Il piccolo è affetto da deplezione del Dna mitocondriale, una rara malattia che colpisce i geni provocando un progressivo deperimento muscolare. Quando i medici hanno avuto il via libera per staccare la spina al bimbo, i coniugi Gard hanno fatto partire in tutto il mondo una campagna di mobilitazione e raccolta fondi con l’hashtag #charliesfight, la “battaglia di Charlie”. Per lui si sono espressi in molti da ogni parte del mondo. Anche Papa Francesco e il presidente Usa, Donald TrumpIntanto, due deputati della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti hanno proposto di conferire al piccolo Charlie e alla sua famiglia la residenza statunitense in modo che il bambino possa ricevere negli Usa le cure sperimentali. I due deputati – entrambi repubblicani – Brad Wenstrup e Trent Franks presenteranno lunedì il loro progetto di legge al Congresso.