Cronaca

Roma, M5s: “Inceneritore di Colleferro? Responsabilità di Muraro e Giglio”

L'amministrazione si guarda alle spalle per individuare gli autori dell’operazione che ha portato l'Ama dei rifiuti ad autorizzare il revamping della seconda linea del termovalorizzatore. Montanari, assessore all'Ambiente: "La ricapitalizzazione di Ep Sistemi (la società che gestisce gli impianti, ndr) è stata decisa il 12 dicembre quando non c’ero ancora ed erano presenti Muraro e l'ex presidente" dell'Ama

La rimessa a regime dell’inceneritore di Colleferro? “Responsabilità di Paola Muraro e Antonella Giglio”, rispettivamente l’ex assessore capitolino e l’ex amministratore unico di Ama. Pinuccia Montanari, titolare della delega all’Ambiente nella giunta Raggi, si guarda alle spalle per individuare gli autori dell’operazione che ha portato la municipalizzata romana dei rifiuti ad autorizzare il revamping della seconda linea del termovalorizzatore di Colleferro, cittadina distante 40 km dal Grande Raccordo Anulare.

Una decisione che resta indiscutibilmente nell’alveo del mandato pentastellato in Campidoglio, ma che, secondo l’assessore, porterebbe la firma di due ex amministratori. Spiega Montanari: “La ricapitalizzazione di Ep Sistemi (la società che gestisce gli impianti di smaltimento di rifiuti di Colleferro, ndr) è stata decisa il 12 dicembre quando non c’ero ancora ed erano presenti Muraro e l’ex presidente Giglio. Lazio Ambiente, che è una società della Regione, ha il 60%. Noi con Ama siamo soci di minoranza, saranno quindi loro a decidere cosa fare”.

La Giunta a 5 stelle, ha spiegato Montanari, “vorrebbe farci una fabbrica di materiali, questa è la nostra linea. Abbiamo messo in sicurezza la società dal punto di vista finanziario perché non si poteva fare altro dopo la decisione presa in precedenza”. Importanti le date: il 12 dicembre sarebbe stato dato il via libera alla capitalizzazione, la notte fra il 12 e il 13 dicembre sono arrivate le dimissioni di Paola Muraro “perché indagata. Una tesi sostenuta anche dal presidente della Commissione capitolina Ambiente, Daniele Diaco: “La scelta di ricapitalizzazione di Ep Sistemi con il ‘revamping’ dell’impianto già esistente – ha spiegato – se oggi non venisse ottemperata da parte dell’azionista di minoranza Ama Spa, comporterebbe un’esposizione finanziaria di circa 15 milioni di euro e relative perdite, con gravissimi rischi di essere esposti ad azioni risarcitorie da parte della Corte dei Conti”.

IL GIALLO DEL NUOVO PROGETTO – Antonella Giglio, “licenziata” il 15 maggio, a IlFattoQuotidiano.it racconta la sua versione: “Ho effettivamente dato il via libera alla ricapitalizzazione – conferma – ma su indicazione dell’assessore Massimo Colomban (il quale a sua volta smentisce, ndr). L’operazione finanziaria era ovviamente legata alla rimessa a nuovo degli impianti, ma va detto che, d’accordo con l’assessore Montanari, ho bloccato l’operazione di revamping dell’impianto perché come Ama ci era stata assicurata la presentazione del famoso piano della fabbrica di materiali. Di questo progetto, tuttavia, non ce n’è mai stata traccia”.

Giglio contesta anche l’impossibilità di far valere la quota di minoranza di Ama rispetto alla maggioranza in capo alla Regione Lazio: “Lo statuto societario di Ep Sistemi prevede che questo tipo di decisioni debbano essere prese almeno dal 65% dei soci – spiega – una clausola che assicura ad Ama il diritto di veto, opzione che evidentemente non è stata presa in considerazione dal nuovo presidente”.

NEL 2018 L’IMPIANTO IN GESTIONE AI PRIVATI? – La questione del termovalorizzatore di Colleferro è diventata una patata bollente nelle mani del M5S, mentre più di qualcuno già avanza paragoni con la vicenda (sebbene diversa) di Pizzarotti a Parma. Il presidente della Commissione Ambiente Daniele Diaco, in un post su Facebook, ha spiegato che “in questa fase transitoria, prevista in tutti i piani Rifiuti Zero che sono pluriennali, l’utilizzo dell’impianto di Colleferro sarà a scalare” e che “le quantità da smaltire caleranno di anno in anno, contestualmente alla diminuzione della produzione dei rifiuti”, prevista nel piano per la gestione dei materiali post-consumo 2017-2021 presentato da Virginia Raggi. La quale, però, già dall’anno prossimo potrebbe ancor di più perdere voce in capitolo sulla gestione dell’inceneritore.

Da fonti della Regione Lazio, infatti, si apprende che entro il 30 settembre l’ente guidato da Nicola Zingaretti pubblicherà un bando per la privatizzazione della società Lazio Ambiente – che detiene rispettivamente il 100% e il 60% delle quote dei due inceneritori – alla gara europea per la sua acquisizione parteciperà probabilmente Acea (51% di Roma Capitale e 49% di privati), che però dovrà quasi sicuramente vedersela con altri soggetti privati i quali, in caso di vittoria, potrebbero non aver alcun interesse a spegnere l’impianto nel 2022, dopo soli 4 anni di attività, a fronte di un investimento economico cospicuo. I cittadini della martoriata Valle del Sacco (compreso il sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna) sono pronti alle barricate.