Capitoli

  1. Film in uscita al cinema, cosa vedere (e non) nel weekend del 20 e 21 maggio
  2. Pagina 1
  3. Pagina 2
  4. Pagina 3
  5. Pagina 4
  6. Pagina 5
Cinema

Film in uscita al cinema, cosa vedere (e non) nel weekend del 20 e 21 maggio - 5/6

THE DINNER di Oren Moverman, A MONSTER CALLS di J. A. Bayona, ORECCHIE di Alessandro Aronadio, SICILIAN GHOST STORY di Fabio Grassadonia & Antonio Piazza, SCAPPA - GET OUT di Jordan Peele, I PEGGIORI di Vincenzo Alfieri. Schede, recensioni e trailer

SCAPPA: GET OUT di Jordan Peele. Con Daniel Kaluuya, Allison Williams, Bradley Whitford. Usa 2016. Durata: 104’. Voto 2,5/5 (DT)
Indovina chi viene a cena…con l’ipnosi. Il giovane afroamericano Chris parte con la fidanzata “caucasica” (come dicono gli statunitensi) alla volta del cottage fuori città dei genitori “bianchi” di lei. Tutto è pronto per la classica presentazione ufficiale di mamma psicologa, di papà che “avrebbe votato Obama per la terza volta”, e dell’inquietante fratellone. Peccato che Chris si accorga come la cameriera e il giardiniere, anch’essi neri, come un ospite di un party in villa, si comportino in modo strano, quasi catatonico.
Bizzarro thriller/horror, autentico caso al botteghino (5 milioni di dollari come budget, 240 milioni di incasso nel mondo), Get Out è costruito abbastanza classicamente a livello formale: consueta, graduale e rimandata agnizione del mistero a livello narrativo, climax grandguignolesco per chiudere la storia. Fa eccezione invece il famigerato “contenuto”, in questo caso l’insinuante vena razzista che supporterebbe dialoghi, concetti e ragioni dell’agire dei protagonisti di pelle bianca. Il risultato finale, però, non è così trascinante come annunciato dall’entusiasmo dei critici d’oltreoceano. Qua e là sono proprio piccole crepe di continuità del discorso, autentici siparietti venati di comicità sull’amico di Chris che indaga, l’allargamento a più voci del coro di pazzi, e la trasfigurazione totalizzante dei buoni modello Rosemary’s Baby/The Wicker, a rendere l’insieme zoppicante e timidamente corrosivo proprio là dove la pugnalata al politicamente corretto poteva creare cortocircuiti di senso (e di genere) irreversibili.