
Post factual society: una delle idee più suggestive presentate al TEDxRoma 2017 non è venuta da uno dei 18 speaker in carne ed ossa che all’Auditorium della Conciliazione preconizzavano il futuro da qui a vent’anni.
La post factual society è stata enunciata quale probabilità reale dall’intervento video dello scorso anno di Alexander Betts, giovane direttore del Centro studi sui rifugiati all’Università di Oxford, il quale sviluppava Brexit fra gli argomenti del suo discorso. Ma tra le pieghe dell’incredibile decisione di un intero popolo di separare il suo destino da quello del proprio Continente, il tema di fondo è: eclatanti bufale e verità fattuale sono destinate ad avere pari dignità nella futura comunicazione umana?
E che dire dell’effetto dei “confini porosi” resi tali dal fenomeno migratorio e dalla globalizzazione degli esseri umani, prima che dell’economia? Non a caso ne parla Mohammed Hawar, un ventiseienne architetto che viene dall’Iraq massacrato dalla politica di George W. Bush.
Oggi che il presidente degli Stati Uniti si chiama Trump e la sua principale preoccupazione appare il lanciare missili e bombe, le diciotto visioni del TEDxRoma 2017 possono ancora sembrare rivoluzionarie oppure solo previsioni di arrivo di parabole già tracciate se non addirittura semplici esposizioni di buone intenzioni assolutamente ininfluenti.
Comunque sia, il TEDxRoma 2017, come le tre edizioni precedenti, non avrà forse il potere di cambiare il mondo (siamo davvero troppo periferici), ma almeno ha avuto il pregio di portare nella sonnacchiosa Capitale un po’ di visione del futuro, quello veramente possibile.