Diritti

Suicidio assistito, l’ultima lettera di Davide prima di morire. E Mina Welby si autodenuncia

La vedova di Piergiorgio, che ha accompagnato in Svizzera il 53enne malato di sclerosi multipla, nel pomeriggio si è autodenunciata con Marco Cappato dai carabinieri di Massa Carrara. E oggi viene diffusa la lettera che Davide ha lasciato prima di andarsene, già anticipata da ilfattoquotidiano.it

Come è stato per Marco Cappato con Dj Fabo, così è anche per Mina Welby con Davide Trentini, 53enne malato di sclerosi multipla che ha ottenuto il suicidio assistito e che lei ha accompagnato nella clinica in Svizzera. La vedova di Piergiorgio venerdì pomeriggio alle 15, accompagnata da Marco Cappato, si è autodenunciata ai Carabinieri di Massa Carrara, proprio come ha fatto il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni. Agli agenti ha precisato di averlo fatto “per sostituire Marco Cappato, dopo che Marco aveva accompagnato Fabo in Svizzera. Ma è stato Marco che ha fatto il bonifico al centro svizzero in cui è morto Davide Trentini”. E oggi viene diffusa la lettera lasciata da Davide prima di morire, i cui contenuti sono stati anticipati da ilfattoquotidiano.it una volta arrivato in Svizzera. Racconta in prima persona la sua storia, le sue sofferenze. E guarda al futuro dell’Italia con speranza, anche se lui non ci sarà più. Non c’è già più. “Spero tanto che l’Italia diventi un paese più civile, facendo finalmente una legge che permetta di porre fine a sofferenze enormi, senza fine, senza rimedio, a casa propria, vicino ai propri cari, senza dover andare all’estero, con tutte le difficoltà del caso, senza spese eccessive”, ha scritto.

“Spero anche che in Italia si arrivi presto alla legalizzazione, o almeno all’uso terapeutico della marijuana – continuava -. Io sono, abitando in Toscana, tra i pochi in Italia a ricevere puntualmente le mie cartine di marijuana tramite l’Asl, con ricetta del medico, e conosco molto bene i suoi benefici, per fortuna sono quasi 20 anni che conosco molto bene le grandi ‘doti’ della Maria. Tra poco partirò per la mia tanto sognata ‘vacanza’!!! Evviva. Salute per tutti e soprattutto tanta ma tanta serenità per tutti”.

Davide nella lettera racconta in prima persona la sua storia: ”Ho 52 anni, sono malato di sclerosi multipla dal 1993, per i primi anni in forma più tollerabile, poi, la ‘stronza’ si è trasformata nella forma ‘più stronza’: la secondaria progressiva. Negli anni, le ho provate veramente tutte, dall’interferone, prima quello settimanale, poi quello che mi autoiniettavo (allora le mani funzionavano!) ogni due giorni, poi è cominciato l’orribile periodo della chemio!!! Insomma, le ho provate proprio tutte. Ora da 1.92 sono diventato uno sgorbio con le gambe lunghe, gobbo fino quasi in terra, ma soprattutto dolori lancinanti e veramente insopportabili h24. Ormai passo tutti i giorni, ma proprio tutti, o in bagno sul water, o sul letto in qualche maniera, con la pasticca all’oppio per cercare di calmare i dolori”.

Infine, conferma la sua scelta del suicidio assistito: “Non ce la faccio proprio più senza nessuna prospettiva – conclude – ogni giorno sto sicuramente peggio del giorno prima, e dopo una lunghissima riflessione ho deciso di andare in Svizzera per il suicidio assistito, devo ringraziare enormemente l’Associazione Luca Coscioni, che ha fatto una raccolta fondi per aiutarmi nella spesa, e soprattutto Marco Cappato, sempre pronto ad aiutarmi anche dal punto di vista umano”.

Secondo quando raccontato da Cappato nel pomeriggio, è stata la madre di Davide a chiedere aiuto. “Il 25 agosto ho ricevuto una mail da Anna, la mamma di Davide, che mi ha spiegato la situazione di salute del figlio e le difficoltà per mettere insieme la somma necessaria per andare in Svizzera. Da allora – ha raccontato il radicale – ho intrattenuto rapporti con Davide Trentini, finché ha ottenuto la ‘luce verde’ per andare in Svizzera. A quel punto mi ha confermato che mancavano dei soldi per poter partire subito – ha aggiunto Cappato – ma Davide non poteva più aspettare. Abbiamo attivato una raccolta fondi pubblica e abbiamo raccolto anche grazie al sito internet della nostra associazione ‘Sos Eutanasia’ i 1200 euro che mancavano per poter partire. A quel punto ho effettuato io un bonifico a Davide”.