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Dijsselbloem e la ragazza marocchina, due presunti casi di razzismo

Non ho mai considerato la diversità come una cosa da cui guardarmi con sospetto, invidia o paura. Ho amici di differenti nazioni, etnie, religioni, credo politico, economico e alimentare e trovo i loro punti di vista, differenti dai miei, un arricchimento, quando ci si confronta. Con questa premessa mi viene naturale affrontare due casi di “razzismo” che stanno riempiendo le pagine dei giornali.

Il primo è nostrano. Una cittadina marocchina, residente in Italia da tutta la vita che è stata “supposta vittima” di un caso di razzismo. Ilham Mounssif è, a quanto leggo, personalmente non la conosco, una brillante studentessa; laureata, si appresta a entrare nel mondo del lavoro. Tuttavia non è cittadina italiana. È cittadina marocchina con un permesso per stare in Italia, vivere nel rispetto delle leggi, essere protetta da esse etc.

Avviene che Ilham vuole fare un salto a Montecitorio, già che era a Roma. Fa domanda di ingresso come un qualunque cittadino italiano ma l’usciere le nega il permesso adducendo che il suo passaporto di cittadina marocchina non le permette la visita. Scoppia la polemica. I giornali ci si buttano a pesce, schieramenti di destra e sinistra cominciano a inveire uno contro l’altro, insomma le solite scenate all’italiana. Non mi sorprenderebbe se, alle prossime elezioni, qualche partito decidesse pure di candidarla (fosse mai che tira su il voto delle seconde generazioni, i figli italiani di immigrati extra comunitari). Sono perplesso.

E’ stata fatta oggetto di discriminazione razziale? A mio avviso no, semplicemente un regolamento italiano definisce chi può avere accesso o meno alla tribuna. Il regolamento è vecchio e deve essere modificato? Che siano i politici a dibattere il tema. Ciò che trovo logico è che se un regolamento dice una cosa lo si rispetta. Quando Ilham diventerà cittadina italiana avrà accesso senza problemi all’edificio. C’era bisogno di riempire pagine di giornali?

Secondo caso di razzismo nord-europeo.

Un deputato europeo (olandese) esce con una delle sue migliori affermazioni. Si discuteva di bilanci delle nazioni dell’Ue. Questo genio (si sa la genialità a volte è distribuita in modi misteriosi) se ne esce criticando i budget e la situazione economica delle nazioni del sud Europa (inclusa anche l’Italia quindi) dicendo che “se si spende tutti i soldi in vino e donne poi non si deve venire a chiedere aiuti” (si suppone ai morigerati e risparmiatori paesi del nord Europa). Ora tralasciamo che nella crisi finanziaria del 2008 nessuna banca italiana fu “presa dentro” mentre l’Olanda ha avuto i suoi casi lodevoli (oltre 12 miliardi di euro per salvare le banche dei paesi bassi nel 2008 qualcuno ricorda?) mi domando da dove venga questa perla saggezza nord europea.

“Purtroppo sempre più spesso sembrano esserci due pesi e due misure sul tema nazionalità e comportamenti corretti” mi spiega Guglielmo Picchi. Deputato in forza alla Lega, membro dell’assemblea parlamentare dell’Osce, vive tra Londra e Roma (come dire non il tipico provincialotto italiano) “la percezione che a Bruxelles hanno dell’Italia è ondivaga. Se, per esempio, salviamo i migranti siamo i cattivi che fanno entrare gli stranieri in Europa. Se non li salviamo siamo i cattivi razzisti che li lasciano morire”. Sul caso della ragazza marocchina mi domando come la veda “la legge è legge. Non può entrare in rispetto di una legge non entra. La presidente Boldrini ha voluto fare un eccezione, va bene. Ma le eccezioni non creano le leggi. Di recente il nuovo presidente americano ha detto che la cittadinanza agli stranieri non è un diritto. Te la devi guadagnare”.

Quando sento parlare dei leghisti il primo insulto che mi sento è che sono provinciali, un poco ignoranti e razzisti. Forse mi è andata di fortuna a dialogare con Picchi. Però sul caso dell’Olandese volante (uso questo eufemismo per essere gentile) mi incuriosisce il suo punto di vista: “Il concetto di sovranità è qualcosa che dovrebbe essere seriamente ridiscussa. Nei prossimi giorni parteciperò a una conferenza sul tema sovranità, proprio per affrontare questa parola con la giusta prospettiva, senza ledere la morale di nessuno a partire da noi italiani”.

Io credo che di sovranità, leggi si dovrebbe cominciare a parlare più spesso in Italia, senza troppe fanfare ma con un approccio costruttivo e strutturato.

@enricoverga