Capitoli

  1. Consip, la sfiducia al ministro Lotti. Da Mancuso a Boschi: storia della mozione “inventata” per Andreotti (e Sindona)
  2. In Costituzione non c'è, fu ideata in Senato
  3. La mozione inventata per Andreotti (e Sindona)
  4. 30 anni di mozioni: ma l'esito è quasi sempre scontato
  5. L'unica eccezione: il caso Mancuso
  6. Mozione anche per Napolitano e Boschi
  7. L'arma a doppio taglio per le opposizioni
Politica

L'unica eccezione: il caso Mancuso - 5/7

L'ex sottosegretario indagato si prepara a vivere una giornata di passione anche se probabilmente la mozione presentata dai 5 Stelle contro di lui non passerà. In passato solo il guardasigilli del governo Dini fu costretto a dimettersi dopo essere stato sfiduciato singolarmente: un istituto non previsto dalla Costituzione ma inaugurato al Senato nel 1984. E che spesso è un'arma a doppio taglio per le opposizioni

Tutti tranne uno. L’unica eccezione, in questo lungo elenco di ministri passati indenni all’esame dell’Aula, è costituito da Filippo Mancuso. A partire dalla primavera del 1995, da Guardasigilli in carica nel governo Dini, il giurista palermitano appena approdato in politica ordina delle ispezioni negli uffici giudiziari milanesi, dove il pool di Mani Pulite è accusato di ricorrere a metodi un po’ troppo rudi nella conduzione delle indagini. Quando Mancuso comincia a criticare anche alcuni atteggiamenti del pool antimafia di Palermo, è la stessa maggioranza a promuovere la richiesta di una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Il governo fa ben poco per difenderlo, e il Senato stavolta approva. Seguono accanite proteste da parte di Mancuso, il quale rifiuta di dimettersi e solleva un conflitto di attribuzioni nei confronti del Senato, del premier e del Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro. Viene investita della questione la Corte Costituzionale, che però dà torto a Mancuso.