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Brexit, il presidente della Corte Suprema e i nemici del popolo

In occasione del dibattito su chi e come avrebbe dovuto avviare la procedura dell’articolo 50 per abbandonare l’Unione Europea, la stampa inglese pro Brexit, dopo la sentenza che aveva sancito la necessità di un voto del Parlamento, non aveva risparmiato ai giudici di primo grado epiteti e commenti offensivi come ‘nemici del popolo’ o ‘giudici fuori dalla realtà’, mentre la difesa, debolissima, del ministro della Giustizia, Liz Truss, era arrivata con parecchi giorni di ritardo.

Ieri, a tempesta finita, dopo aver lasciato sedimentare le parole insultanti e le espressioni rabbiose, la BBC ha intervistato il Presidente della Corte Suprema del Regno Unito, Lord Neuberger, sollecitando il suo parere sul comportamento sgangherato della stampa e la reazione troppo debole dei politici. Lord Neuberger è vicino a lasciare il suo incarico di Presidente, che manterrà fino a settembre, e, forse anche per questo, ha accettato volentieri di rispondere alle domande di un giornalista.

“Certamente non siamo stati trattati bene”, ha detto. “Ciò che i giornalisti hanno fatto era perfettamente lecito ma credo che alcune delle cose che sono state dette rischino di indebolire il sistema giudiziario, di indebolirlo in modo sleale e quindi di indebolire lo stato di diritto. Se c’è una stampa libera queste cose possono accadere. Se accadono una o due volte, asserire che si tratti della fine della civiltà, così come noi la conosciamo, è sbagliato. Se però questa diventasse la prassi comune comincerei a preoccuparmi”.

“Per quanto riguarda la sentenza della Corte Suprema – ha risposto Lord Neuberger – i politici, in particolare i ministri del governo, hanno reagito con rapidità esemplare e, a mio parere, hanno detto esattamente quello che avrebbero dovuto dire. Quando invece la Divisional Court si è pronunciata in primo grado, penso che i politici abbiano reagito con più lentezza di quanto fosse auspicabile e che si siano espressi in modo più debole. Ma, volendo essere corretti verso i politici, anche loro, come i giudici, imparano e, dopo la sentenza della Corte Suprema, si sono comportati a dovere“.

Alle critiche di alcuni giornali, secondo i quali i giudici hanno perso il contatto con il Paese e interferiscono con una decisione politica presa dal Paese, Lord Neuberger ha risposto piuttosto sorpreso: “Noi stavamo facendo ciò che il nostro lavoro ci richiede: cioè esaminare, in base alla legge, un ricorso portato davanti alla Corte e rispondere ai quesiti che, nel rispetto delle norme di legge, ci erano stati posti. Dire che questo ci pone fuori dal contatto con il Paese credo significhi perdere completamente di vista tutto lo scopo della nostra funzione che è quello di difendere lo stato di diritto”.