Televisione

Sgarbi imita la Raggi, una triste boiata che fa ridere tutti

“Io non ce l’ho con te, ma con quello che sta vicino a te e non ti butta di sotto”, così – pare – apostrofasse Petrolini coloro che in loggione disturbavano il suo spettacolo. Mi è venuta in mente questa acuta invettiva vedendo l’ennesima e non originale tirata di Vittorio Sgarbi contro Virginia Raggi a Piazzapulita. Delle molte fandonie che si dicono a proposito dei problemi giudiziari della sindaca di Roma ha già scritto Travaglio e non entro nel merito. Mi ha colpito piuttosto la performance di Sgarbi e soprattutto il suo contorno.

Sgarbi dunque attacca la Raggi anzi la manda ripetutamente aff…, rifacendole il verso con una vocina e, per sottolineare la sua mancanza di autonomia, la sua dipendenza da Grillo, la chiama Ambra Angiolini.

 

Ora a parte il livello dell’imitazione, che non supera quelle che all’oratorio i ragazzotti fanno del viceparroco o quelle che in seconda media si fa della professoressa più antipatica, forse sarebbe meglio che Sgarbi si desse una mossa uscendo dagli anni 90. Non è la Rai è finito da un pezzo e Ambra Angiolini da quei tempi ne ha fatta di strada, al cinema, in teatro. Ma Sgarbi è Sgarbi e fa il suo mestiere: se De Luca definisse Raggi una vispa Teresa, sarebbe una volgarità sessista di cui indignarsi, se lo dice Sgarbi invece è spiritoso.

Neppure mi sorprende che si diverta il pubblico in studio, che pur di andare in televisione e partecipare a un programma è disposto ad applaudire anche la più pazzesca delle boiate. Quello che mi ha lasciato invece a dir poco perplesso è stato l’atteggiamento del conduttore Corrado Formigli e del sindaco di Firenze, Dario Nardella che, di fronte a queste fesserie, se la ridevano di gusto, complici e ostentatamente divertiti. Davvero un brutto spettacolo, perché se neanche il sindaco della città che raccoglie le più raffinate manifestazioni dell’arte e un giornalista che ha girato il mondo per fare inchieste originali e profonde distinguono la satira politica intelligente dalle battute anacronistiche buone per una sagra di paese, allora siamo veramente messi male.