Capitoli

  1. Turchia. Islamizzazione, guerra ai curdi, repressione post-golpe: “Erdogan cercava stabilità, ma ha disintegrato il Paese”
  2. Islamismo e laicismo: “Erdoğan ha peggiorato la frattura interna e a pagare è stato il partito filo curdo”
  3. Arresti, scontri, repressione “e bombe”. La mano dell’uomo forte
  4. “L’estremismo islamico che ha colpito la Turchia? Conseguenza di un flirt rinnegato”
  5. Scontro con i curdi: “È Erdoğan ad aver bloccato il processo di pace”
Mondo

Islamismo e laicismo: “Erdoğan ha peggiorato la frattura interna e a pagare è stato il partito filo curdo” - 2/5

Il Parlamento di Ankara ha approvato la proposta di riforma di presidenzialista: la nuova svolta si innesta in un Paese già profondamente cambiato dalle politiche del sultano, che ha rotto tregue che duravano anni, inasprito i contrasti interni e “ha rinnegato il flirt” con i gruppi ribelli siriani. Queste decisioni, sostiene Francesco Strazzari, docente di Relazioni Internazionali alla Sant’Anna di Pisa, sono tra le principali cause degli attentati che hanno stravolto il Paese negli ultimi due anni

“L’inizio di questa svolta – continua Strazzari – va cercato nell’accentuazione dei tratti sultanistici della politica del presidente”. Politica che prevede riforme per l’accentramento del potere e una svolta presidenziale che potrebbe prolungare la permanenza di Erdoğan alla guida del Paese fino al 2029. “Ma l’ascesa del partito Hdp (Partito Democratico dei Popoli) – continua il professore – ha segnato l’entrata definitiva dei filo-curdi in Parlamento, impedendo al Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (Akp) di ottenere la larga maggioranza necessaria a portare avanti le riforme. In mezzo, le proteste di Gezi Park del 2013, nate come opposizione agli accordi tra il governo e i palazzinari di Istanbul e contro il processo di islamizzazione avviato dal presidente”. Opposizioni e proteste che, negli ultimi tre anni, sono state represse con il pugno duro. “Erdoğan ha esasperato la divisione tra laicismo e conservatorismo islamico – dice Strazzari – e oggi siamo alla resa dei conti”.