Capitoli

  1. Migranti, dalla Sicilia al Veneto: il business dei centri d’accoglienza è nelle mani del Nuovo Centrodestra
  2. LO SCHEMA MINEO, DOVE CHIEDEVANO LA TESSERA NCD 
  3. LA MACCHINA DA VOTI CHE FACEVA PRENDERE IL 39% AL PARTITO DI ALFANO
  4. MILIONI, CENE E FERRARI: A BENEVENTO C'È IL RE DEI PROFUGHI
  5. DALLA CALABRIA A LAMPEDUSA COL COGNATO DI ALFANO JUNIOR
  6. IN VENETO LA COOP DELL'ACCOGLIENZA FA "TROPPO BUSINESS"
  7. COOP BIANCHE E AFFARI GRIGI: L'UNIVERSO DEI CONSORZI
Cronaca

MILIONI, CENE E FERRARI: A BENEVENTO C'È IL RE DEI PROFUGHI - 4/7

A tre anni dalla scissione con il Pdl il partito del ministro Angelino Alfano è riuscito a proiettare il suo simbolo sulle principali strutture che lungo lo Stivale si occupano di rifugiati. Centri richiedenti asilo, di prima accoglienza, di accoglienza straordinaria, da Catania a Venezia, passando per Foggia, Crotone e la Campania: sono decine le strutture che si occupano della gestione dei migranti intascando in cambio fondi pubblici e assumendo dipendenti che in tempo di elezioni si trasformano in voti. Soprattutto per gli uomini di Ncd

Paolo Di Donato

L’accoglienza made in Italy è gestita da un uomo di Ncd anche nella zona di Benevento, in Campania. Qui il consorzio Malaventum gestisce 12 strutture che ospitano 740 migranti e danno lavoro a 140 dipendenti. Una costellazione di centri d’accoglienza che raccoglie tra i venti e i trentamila euro di fondi pubblici al giorno, dato che per ogni migrante ospitato è previsto un contributo compreso tra i 20 e i 30 euro. A gestire Malaventum è Paolo Di Donato, ex consigliere comunale di Sant’Agata dei Goti, eletto con il Pdl e poi passato con Ncd, fino allo scioglimento del consiglio comunale, avvenuto nel 2015.  Sul suo sito era lo stesso Di Donato a definirsi “ideatore, creatore e gestore” del consorzio anche se alcuni mesi fa ai giornalisti di Redattore Sociale, che per primi avevano acceso i riflettori sui centri d’accoglienza sanniti, era arrivata una smentita sul ruolo del manager, indicato solo come un generico “dirigente” della società.

Il consorzio è gestito da un ex consigliere comunale di Ncd

A firmare quella lettera era Elio Ouecthati, un ragazzo ventiquattrenne che specificava di essere il presidente del consorzio. Eppure è Di Donato che sembra avere il carisma dell’uomo in carriera. Nel 2011, subito dopo l’elezione in consiglio comunale deposita una dichiarazione patrimoniale da 470mila euro l’anno, mentre sui social si fa fotografare a bordo di motoscafi e fiammanti Ferrari. Un’automobile che il manager dichiara di non possedere più, ma che gli ha fruttato l’appellativo di “re dei profughi” da parte della stampa. Oltre alle belle macchine, però, Di Donato ha anche un’altra passione: quella per il partito dell’attuale ministro degli Esteri. Il manager, infatti, è stato fotografato in compagnia del sottosegretario Gioacchino Alfano (solo omonimo di Angelino), mentre fino al 2015 ha finanziato Ncd pagando ben mille euro per sedersi a tavola con i vertici del partito al castello di Limatola. A quella cena doveva partecipare anche l’allora ministro dell’Interno, che però alla fine è stato costretto a dare buca a causa di altri impegni. Dicono che il menù sia stato comunque adeguato all’occasione.