Scienza

Psicoterapia, distinguiamo tra bisogni dello spirito e disagi profondi della mente

Si parla tanto dei benefici dei libri, non solo leggerli, cosa alla portata di tutti, ma anche scriverli, cosa alla portata di pochi privilegiati che ne hanno la capacità, senza che questo voglia dire che non faccia comunque bene lasciare parole su un pezzo di carta o su una pagina word, senza altro scopo che raccontarsi a se stessi.

Attraverso questo blog, appare il mio amore per i libri e il piacere che la loro compagnia è in grado di procurarmi. Amici e lettori cominciano a chiedermi quanto leggere e scrivere abbia una reale valenza terapeutica, essendo io stesso uno psicoterapeuta di professione, lettore e scrivente (scrittore è un livello superiore) per passione.

Esiste una certa confusione riguardo a quello che può far bene e quello che è terapia. Parlare fa bene, ascoltare fa bene, ma parlare e ascoltare non bastano a fare psicoterapia, se non c’è una formazione e una visione della persona e della salute mentale che sostengano le parole da dire e da ascoltare tra due persone che si relazionano in un chiaro contesto di aiuto.

La parola terapia deriva dal greco “therapeia” e significa cura, guarigione. La terapia implica necessariamente cura – è la sua funzione principale – mentre la guarigione (bisognerebbe intendersi meglio su cosa si voglia significare con questo termine, semplifichiamo e pensiamola come a un’uscita da uno stato di malessere conclamato e duraturo, ndr) può essere uno dei risultati, non necessariamente il risultato. “Guarire” è una possibilità, prendersi cura una certezza, se lo si vuole e lo si sa fare.

La cura permette attenzione nei propri confronti, può aumentare la propria consapevolezza: sapere è il primo passo per agire diversamente e aprirsi al cambiamento. Chiariamo però che  cambiare non ha automaticamente valenza positiva perché significa passare a uno stato diverso dal precedente e diverso non equivale necessariamente a migliore. Certo, se si decide di voler cambiare è per migliorare, non per peggiorare, altrimenti uno se ne starebbe tranquillo con i suoi bei disagi. La mente umana, tuttavia, è complessa e interagisce con l’ambiente in toto, difficile avere degli schemi predefiniti validi a tempo indeterminato.

La capacità di cambiare non include quella di farlo in meglio, è solo una possibilità auspicabile. Avere una persona altra da sé e qualificata dà un parametro di riferimento non autoreferenziale, cosa oggi ancor più importante di ieri visto che viviamo in un mondo che ci fa sguazzare liberi tra autoreferenzialità selvaggia e narcisismo a buon mercato.

Non bisogna confondere la psicoterapia con ciò che non è psicoterapia, pur avendo una valenza terapeutica.

La psicoterapia lavora “chirurgicamente” sulla persona, con la persona e per la persona e ha gli strumenti specifici per farlo acquisiti con degli studi mirati.

Leggere e scrivere, proprio come la psicoterapia, sono azioni che vivono di parole e hanno certamente una valenza terapeutica enorme, ma non possono sostituirsi alla psicoterapia. Leggete e scrivete, questo vi farà stare meglio, ma se doveste nutrire un disagio profondo, leggere e scrivere non basteranno, pur continuando a sostenervi e non arrecando alcun danno collaterale.

Ogni cosa che fa bene all’animo e al corpo è terapeutica: la scrittura, la lettura, il ballo, lo sport, il teatro e tantissimo altro. Le passioni salvano da una realtà troppo spesso problematica, difficile da comprendere, frustrante. Le passioni permettono di vivere e resistere alle intemperie della vita, ma qualora si abbatta su di noi qualcosa di troppo invasivo e destabilizzante, è necessario ricorrere all’aiuto di un professionista.

Diffidate di chi vi spaccia per terapia tutto quello che, pur avendo valenza terapeutica o di cura, non lo è e non può esserlo. Se non sta mentendo a voi, nella migliore delle ipotesi, sta mentendo a se stesso.

Soluzioni semplici e a buon prezzo io personalmente non ne ho mai trovate, tempo e fatica sono indispensabili, se aspiriamo a risultati e cambiamenti positivi che possano durare.

La psicoterapia è terapeutica, ma quel che è terapeutico non necessariamente è psicoterapia.

La vignetta di Pietro Vanessi