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Cronaca

Reclutatori Isis, combattenti e aspiranti kamikaze: il grande romanzo nero del jihad è in Lombardia – Le storie - 6/7

Piccoli comuni del Bresciano o del Lecchese. Quartieri-suk di Milano. E' qui che sono cresciuti gli integralisti islamici che hanno giurato fedeltà al Califfo. Sono tutti cittadini italiani o stranieri che da anni vivono nel nostro Paese. Molti di loro sono partiti per la Siria o per l'Iraq dopo una radicalizzazione lampo su Internet, portando con sé i figli piccoli. Ad altri è stato ordinato di rimanere per colpire le città degli "infedeli". Alcune figure di primo piano del terrorismo internazionale hanno scelto la regione più ricca d'Italia per spargere il germe del fondamentalismo. Le numerose inchieste degli ultimi anni ci aiutano a comprendere elementi inediti della galassia terrorista

L’imam salafita Hussein Bosnic è considerato uno dei più importanti reclutatori dell’Isis in Europa. Prima di essere arrestato in Serbia, ha fatto tappa in numerose città del nord Italia per predicare in moschee e centri islamici

Bilal Bosnic e il “tour” in Lombardia del “reclutatore errante”
Non solo. Perché Muhaxheri è considerato anche uno dei principali arruolatori di foreign fighter dei Balcani. Cosi come Hussein Bosnic, 44 anni, nome di battaglia Bilal, leader della comunità wahabita slava molto legato al nostro Paese, Lombardia compresa. L’imam salafita adesso è sotto processo a Sarajevo. E’ accusato di essere il più grande “reclutatore errante” di giovani europei da mandare al macello in Siria o in Iraq. Sì, perché prima di essere arrestato in Bosnia nel settembre del 2014, Bosnic ha intrapreso un “tour di preghiera” nei Balcani e in altri paesi. Secondo gli investigatori con il solo scopo di assoldare mujahidin. Nel 2011 fa tappa anche in Lombardia, dove predica due volte: alla moschea di Cremona e al centro islamico Motta Baluffi, nel Casalasco. Poi ancora a Bergamo e in Friuli Venezia Giulia, a Pordenone. L’imam è anche al centro di un’indagine dei carabinieri del Ros di Padova su due foreign fighter partiti dal Bellunese. Il suo è uno dei nomi di primo piano del jihad europeo. La sua storia parte da lontano. Bilal nasce nel nord ovest della Bosnia nel ’72. E’ ancora un ragazzino quando la famiglia decide di trasferirsi in Germania, ma appena ventenne torna in patria. E’ il ’92. La Jugoslavia è in frantumi. Lui imbraccia le armi e si arruola nel battaglione Al-mujahidin, composto da volontari arabi e afghani. Si fa le ossa combattendo contro i serbi, sotto il comando dell’egiziano Anwar Shaban, già punto di riferimento per gli islamisti che tra gli anni Ottanta e Novanta gravitano intorno alla moschea milanese di viale Jenner, a quel tempo vera centrale del jihad europeo.