Capitoli

  1. Italicum, dal Mattarellum 2.0 al francese: quali sono le alternative alla legge elettorale che ora nessuno vuole più
  2. Pagina 1
  3. Pagina 2
  4. Pagina 3
  5. Pagina 4
  6. Pagina 5
  7. Pagina 6
  8. Pagina 7
  9. Pagina 8
  10. Pagina 9
  11. Pagina 10
  12. Pagina 11
Politica

Italicum, dal Mattarellum 2.0 al francese: quali sono le alternative alla legge elettorale che ora nessuno vuole più - 2/12

Oltre al grande ritorno del Mattarellum, ecco quali sono le ipotesi di ritocco o sostituzione del sistema approvato da Renzi e ora buttato al macero. Dalle modifiche all'Italicum al Democratellum, tutte le alternative. Tenetevi forte: ci sono anche il sistema greco e il Verdinellum

Il grande ritorno del Mattarellum, la legge del presidente
E’ un fritto misto a prevalenza maggioritaria. Alla Camera il 75 per cento dei seggi (cioè 475) viene distribuito con collegi uninominali: cioè tanti duelli (o “trielli” o, in teoria, anche sfide a più concorrenti). Il restante 25 per cento dei seggi (155) si distribuiscono invece con un sistema proporzionale. La soglia di sbarramento è al 4 per cento: chi sta sotto la soglia, non entra in Parlamento. Quindi ogni elettore riceve due schede: una per il collegio uninominale, una per il proporzionale.

Anche al Senato la distribuzione è con il 75 per cento dei seggi (232) distribuito con il maggioritario e il 25 (83) con il proporzionale. Ma, visto che l’articolo 57 obbliga a ripartire i seggi del Senato su base regionale, esiste un meccanismo di ripescaggio dei perdenti della fetta maggioritaria (quindi con chance per i “secondi arrivati”).

Esiste anche un meccanismo – il cosiddetto scorporo – che sottrae dal conteggio dei voti totali di una lista nella quota proporzionale i voti ottenuti dai candidati di quella lista nel collegio uninominale. Un metodo per dare più rappresentanza. Naturalmente la regola è buona, ma in Italia è stata spesso usata in modo furbesco. Quindi per aggirare la quota proporzionale i partiti più grandi presentavano le cosiddette “liste civetta”, cioè liste finte alle quali venivano collegati i candidati nei collegi uninominali. Siccome insieme al danno la politica apprezza sempre anche la beffa, una delle liste collegate a Forza Italia nel 2001 fu chiamata Abolizione Scorporo.