Referendum Costituzionale

Referendum: caro Renzi, può evitare di spedirmi la sua lettera

di Stefano Briganti

Egregio dott. Matteo Renzi, apprendo dai quotidiani di una sua possibile iniziativa che prevede l’invio di una lettera, con annesso depliant, a tutti i cittadini italiani. Intendo ovviamente quelli residenti sul suolo nazionale dal momento che la stessa iniziativa l’ha già attuata per gli italiani all’estero. Leggo anche di polemiche e di botte e risposte circa i costi dell’operazione per i quali lei minaccia di querelare chiunque ipotizzi che siano a carico dei cittadini.

Ora, escludendo che lei scriverà come comune cittadino, io non so se lo farà come presidente del governo italiano o come segretario del Pd e perciò se i costi saranno a carico della presidenza del Consiglio oppure a carico del Pd. In ogni caso, a meno che le spese vengano sostenute da sponsor privati della campagna referendaria per il Sì, i costi sarebbero comunque coperti con soldi forniti dai cittadini. Nel primo caso attraverso le tasse e nel secondo caso attraverso i contributi e rimborsi elettorali destinati ai partiti. Questa, si intende, non vuole essere una polemica per attirare sdegnate precisazioni da parte sua, ma una semplice considerazione da cittadino.

Vorrei perciò pregarla cortesemente di non inviare a me la sua lettera. Benché io non abbia le competenze dei suoi consulenti di immagine e di campagna elettorale, mi permetto di suggerirle di inviare tale missiva solo a coloro che sono ancora indecisi su cosa voteranno. Questo consentirebbe un notevole risparmio dal momento che la sua lettera non cambierà nulla per chi ha già deciso: chi è per il Sì avrà un’ulteriore conferma, chi è per il No sarà solo più irritato. Una lettera e un altro depliant non potranno spostare le convinzioni di questi cittadini, qualunque esse siano.

Lei mi farà notare che è impossibile conoscere nomi, cognomi e indirizzi della cosiddetta “maggioranza silenziosa”. Ancora una volta mi permetto un suggerimento. Sicuramente i suoi strategist, forti della loro formazione negli Stati Uniti e reduci da ben più toste campagne elettorali oltreoceano, sapranno come utilizzare al meglio il vasto mondo dei social network e le opportunità offerte dai Big Data, tema quest’ultimo che so affascinarla. Con l’avvento dei social network non è realistico credere che esista ancora una “tutela della privacy” stringente che non consenta al governo di conoscere gli orientamenti. La posta in palio col referendum è troppo grande per lei per non convincersi che una “piccola” invasione di privacy è ammissibile.

Nella speranza che lei accolga il mio appello ad essere esonerato dalla ricezione della sua lettera, porgo i miei più cordiali saluti.

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