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Cinema

Torino Film Festival 2016, in concorso Porto l’ultimo film di un immenso, paciniano, Anton Yelchin - 2/2

Il film è diretto da Gabe Klinger, giovane regista brasiliano che tre anni fa girò un documentario – Double Play - sulla casa di produzione sui generis di Richard Linklater. Qui Klinger è alle prese con una love story consumata in una notte tra le stradine, i vicoli, le fioche luci della struggente cittadina portoghese

C’è un film che tritura e seppellisce il mondo della moda tra demenziale e politicamente scorretto. La saga di Zoolander al suo cospetto è pallido esibizionismo dell’ego di Ben Stiller e Owen Wilson. Parliamo di Absolutely Fabulous: The movie presentato nella sezione Festa Mobile del festival. Frullato comico devastante, rappresentazione visiva strabordante del mondo evanescente, artificialmente gonfio e plasticato del fashion contemporaneo sulle rive del Tamigi. Le protagoniste sono le sessantenni, e pure qualcosina di più, Edina e Patsy: rispettivamente Jennifer Saunders e Joanna Lumley. Sboccate, ingombranti, esagerate “pr” della moda cadute in disgrazia ma incredibilmente a scrocco di popolarità, abiti flamboyant, carde di credito e case principesche altrui. Le due arzille signore non si rassegnano al declino del corpo e della professione e tentano l’ultimo colpo di testa cercando di cooptare la modella Kate Moss nel loro booking ridottosi a qualche nomignolo inventato e alla vera baby Spice (Girl), Emma Bunton.  Solo che durante un megaparty in cui c’è perfino Jon Hamm di Mad Man la bella Kate (“ditele che ayauaska e vodka scorrono a fiumi”, è la raccomandazione per invitarla) finisce in acqua, all’apparenza spinta dalla caracollante Edina in delirio performativo. Il caso diventa internazionale (“fashion is dead”), isteria delle “colleghe” da sbellicarsi dalle risa, telecamere mondiali dei tg puntate sulle acque del Tamigi. Edina e Patsy decidono così di fuggire sulla Costa Azzurra dove, forse, un milionario che filava dietro Patsy 40 anni prima potrebbe aiutarle con i suoi soldi a ritirarsi clandestinamente una gaudiosa latitanza, ma dove una sosia della stilista Iris Apfel si innamorerà di Patsy per un finale alla Qualcuno piace caldo.

Absolutely Fabulous diventa film dopo essere stato una serie tv inglese di grande successo tra gli anni novanta e duemila. Qui la Saunders, che è anche sceneggiatrice, e la regista Mandie Fletcher preferiscono orientare le vicende di Edine e Patsy più sul versante dinamico del mezzo omicidio e della fuga che sul coté familiare di Edine (che ha una figlia compunta e suorina come nella serie e perfino una nipote di colore su cui si sfotte a go-go). Ciò significa che non c’è un minuto di tregua tra travestimenti, botulino inoculato sugli zigomi, parrucchieri gay, pr e modelle deliranti, party mostruosi e sequenze kitsch dallo sguardo comico purissimo. Quando Edina vestita come una pazza, pedala sulla cyclette immersa nella piscina e tutt’attorno vengono inquadrate statue romane, o ancora quando ci si immerge sui “terrazzi” con danze sfrenate, dj e figure di donne dall’anoressico all’obeso, o con vecchi ricconi panzuti danzanti come ossessi, sembra di essere in uno di quei trip dolenti ed estetizzanti alla Paolo Sorrentino. Solo che in Absolute Fabulous la materia in esame viene rappresentata nella sua distorsione dell’eccesso per una demolizione concettuale senza freni. Ad ogni modo la comicità irrefrenabile del duo Edine/Patsy travolge ogni ostacolo e limite della decenza, inanellando lavande vaginali, storpiature lessicali che Zalone invidierebbe (“come si dice champagne in francese? Champignon?”), e una sequela infinita di star del jet set come Jerry Hall, Stella Mccartney, Joan Collins e un Jean Paul Gaultier con metaldetector su una spiaggia a recuperare sue borse seppellite sotto la sabbia.