Cronaca

Gorino, il sindaco annuncia: “Pronti ad accogliere i profughi, ma senza sequestri improvvisi di alloggi”

Diego Viviani, primo cittadino di Goro, spiega che le proteste sono state "una reazione di istinto a fatti improvvisi che non si capiscono" e spiega: "Se fossimo stati informati per tempo, tutto questo non sarebbe successo"

“Ora i miei compaesani sono disponibili ad accogliere i profughi, ma con un coinvolgimento diverso da parte dello Stato, senza sequestri improvvisi di altri alloggi e venendo informati”. L’annuncio di Diego Viviani, il sindaco di Goro, arriva a meno di 48 ore dall’inizio della protesta messa da alcuni cittadini della frazione di Gorino. Gli abitanti del paesino ferrarese sul delta del Po, al confine tra Veneto ed Emilia Romagna, lunedì sera sono scesi in strada ed hanno allestito barricate, opponendosi così all’arrivo di 12 donne, tra cui una ragazza incinta all’ottavo mese, e 8 bambini, che avrebbero dovuto trovare ospitalità in alcune camere di un ostello requisite dal prefetto di Ferarra Michele Tortora. Ora, però, il loro sindaco fa sapere che “il presidio è finito”.

Alla base della definitiva sospensione della protesta, l’incontro di martedì sera tra Viviani e i manifestanti: un incontro che si è svolto proprio nell’ostello gestito da Paolo Fabbrini insieme alla compagna Sanela Nikolic, di origini serbe, e a una cameriera ceca. Un confronto risolutivo, garantisce il primo cittadino, a seguito del quale i goresi hanno deciso di abbandonare il presidio. “Hanno capito – spiega Viviani – che non possiamo restare sulle barricate” e che una protesta del genere “può avvenire solo per una reazione di istinto a fatti improvvisi che non si capiscono”. Il sindaco, contattato dall’Adnkronos, ha poi spiegato: “Ora tiriamo una riga su quanto è successo. Ci incontreremo e valuteremo insieme che decisioni prendere perché anche Goro possa farsi carico dell’accoglienza ai profughi. I miei compaesani – ha proseguito Viviani – sono disponibili ad accoglierli ma con un coinvolgimento diverso da parte dello Stato, senza sequestri improvvisi di altri alloggi e venendo informati”.

Viviani ha poi spiegato quelle che, a suo avviso, sono stati gli errori di comunicazione che hanno causato la reazione dei cittadini di Goro. “Se fossi stato informato prima dell’arrivo delle profughe,  avrei potuto preparare i miei compaesani, informandoli a mia volta, e questo non sarebbe successo, ma capisco anche che si verifichino situazioni di emergenza”. Altro problema, secondo Viviani, la mancanza di luoghi d’accoglienza adeguati nella piccola frazione del Ferrarese. “Valuteremo la disponibilità delle strutture private che finora hanno risposto negativamente ma forse ora riusciremo a coinvolgerle in questo sforzo comune”

Quanto all’operato del prefetto del capoluogo estense, Michele Tortora, che ieri ha deciso di revocare l’assegnazione delle 12 donne e degli 8 bambini a Gorino in nome della salvaguardia dell’ordine pubblico, Viviani commenta: “Spero che non debba subire delle ripercussioni per la linea di azione che ha scelto. Ha tutta la mia comprensione per aver dovuto affrontare una situazione improvvisa e d’emergenza”.