Musica

Cremona, le eccellenze musicali a Mondo Musica, tra hi tech e tradizione

Si è svolta in questi giorni a Cremona, la sontuosa fiera Mondo Musica International Exhibition, dedicata alle eccellenze musicali internazionali. 247 espositori, 95 eventi tra concerti, masterclass e seminari, per un totale di oltre 15.000 visitatori (nel 2015). Tra i responsabili artistici e ospiti di maggior prestigio, il pianista Roberto Prosseda (artistic advisor), il violinista Shlomo Mintz, il flautista Davide Formisano, il regista Bruno Monsaingeon, la violinista Francesca Dego e ancora Chris Collins, Franco Morone e molti altri.

Varcando la soglia del titanico spazio espositivo, sembrava di essere avvolti da un fluido magma sonoro che fuoriusciva dai numerosi pianoforti in esposizione, un primordiale turbinio di note interrotto solo in parte, da piccole oasi di legni e ottoni scintillanti. Il profumo del legno intagliato dai mastri liutai, nonché le sinuose sagome degli archi abbozzate sui fogli, preludevano ai meravigliosi violini e violoncelli che i giovani musicisti provenienti da tutto il mondo, erano intenti a suonare.

In questo scenario da Maestri Cantori, non potevano certo mancare le sorprese hi-tech: avveniristici strumenti dalle linee seducenti, oggetti che sembravano provenire direttamente dalla matita di H.R. Giger. Archi realizzati interamente in fibra di carbonio, violini e violoncelli no body dal design fantascientifico. E poi, l’incredibile pianoforte di Gergely Bogányi, strumento dal concept assolutamente innovativo nonché realizzato con inediti materiali di ultima generazione.

Inoltre, di grandissimo interesse sono state anche le molte lezioni, presentazioni e masterclass, coerentemente suddivise tra tradizione e innovazione. Liuteria, strumenti tradizionali, ma anche una buona attenzione alle tecnologie digitali e ibride. I concerti infine, hanno reso davvero preziosa questa esperienza, offrendo performance come quella del duo flautistico composto da Davide Formisano e Paolo Taballione, nonché quello (probabilmente meno ortodosso) che Asimov avrebbe certamente preferito, composto dal duo Prosseda – TeoTronico, un robot antropomorfo dalla tecnica impeccabile e dalla battuta pronta.

Molto interessanti anche i dibattiti e i seminari sul rapporto tra musica classica e media con gli interessanti interventi del regista Angelo Bozzolini, di Luca Iavarone e Rob Overman che in forme diverse e da punti di vista differenti, hanno saputo delineare uno scenario sostenibile, per quanto riguarda la diffusione e la divulgazione della musica d’arte nel mondo e in Italia. Infine, l’interessante intervento del regista Bruno Monsaingeon e del Maestro Shlomo Mintz, che ha commosso la platea prima con le sue parole sull’arte e poi con il meraviglioso Vesuvius, inestimabile violino realizzato da Antonio Stradivari nel 1727.

Questa esperienza entra a buon diritto nella mia personalissima rubrica The bright side of the moon, ovvero il lato sano e sostenibile dell’industria musicale e culturale. Cremona Mondo Musica rappresenta ormai da molti anni un modello positivo nella promozione delle eccellenze musicali in senso lato. In un paese afflitto dalla folle idea che l’arte e la cultura non producano ricchezza, eventi come questo devono suonare come un monito.

Parlando con i molti imprenditori ed espositori internazionali presenti alla fiera, ho potuto constatare ancora una volta, come essi si meraviglino (per usare un eufemismo) del fatto che le incredibili risorse del nostro paese siano così poco sfruttate e valorizzate. Un interrogativo che getta un’ombra sempre più sinistra, sull’infimo livello culturale della classe dirigente di questo Paese.

Uno dei temi caldi dell’evento, su cui ho già scritto lungamente, è stato proprio quello del finanziamento delle attività culturali. Il ruolo degli investitori, il dialogo tra pubblico e privato, l’incentivazione degli sgravi fiscali e il fundraising, sono e saranno sempre più, forme di mecenatismo 2.0 fondamentali per la sopravvivenza dell’arte e della cultura. Escludendo l’inedito scenario attuale, inaugurato dalla società di massa, la via dell’arte è sempre stata quella del mecenatismo; speriamo dunque che si torni presto a un modello sostenibile che liberi le arti dalla mediocre dittatura del consumo di massa e della “logica” del mercato.

P. S. Almeno la prima parte di questo articolo, è dedicata a tutti quegli amici che mi rimproverano di esprimere troppo spesso opinioni negative sul nostro Paese.