Capitoli

  1. Antibiotico-resistenza, l’allarme arriva all’Onu. Priorità e minacce, dalla ricerca alla zootecnia. Regole? Limitare i farmaci
  2. La battaglia della ricerca
  3. Uso e abuso degli antibiotici
  4. Il ruolo cruciale dei vaccini
  5. Filmata in diretta l'evoluzione dei batteri
Scienza

Il ruolo cruciale dei vaccini - 4/5

Prima del 2016 solo Hiv malattie croniche ed Ebola erano arrivati all'Assemblea generale come "emergenze di salute pubblica". Dopo aver isolato negli Usa "il batterio degli incubi" si cercano soluzioni, mentre le cattive abitudini aggravano la situazione. "Senza interventi radicali si va incontro ad "Armageddon antibiotici”, con oltre 1 milione di morti attesi nel 2025 in Europa, con batteri capaci di uccidere il 50% dei contagiati"

Il ruolo dei vaccini
Un’altra risorsa su cui puntare per contrastare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, secondo Mantovani, sono i vaccini. Lo scienziato cita due esempi. Il primo riguarda lo pneumococco. “Ho lavorato nel board della Global alliance for vaccines and immunization (Gavi), che punta a salvare i bimbi che muoiono per mancanza di vaccini nei Paesi più poveri del mondo. In quest’ambito – spiega lo scienziato -, è partita un’iniziativa italiana sull’anti-pneumococco, che si è dimostrato in grado di proteggere e salvare vite umane, ma anche di determinare una diminuzione dei ceppi resistenti. Con il risultato che diventa meno necessario l’uso di antibiotici”. L’altro esempio citato dallo studioso italiano riguarda i virus influenzali, che sopprimono le difese immunitarie e rendono un individuo più esposto alle infezioni batteriche. “Infatti – spiega Mantovani -, non si muore d’influenza, ma per le infezioni batteriche associate all’influenza. Se ci vaccinassimo di più, si userebbero meno antibiotici”.

La comparsa della resistenza agli antibiotici, del resto, è un esempio di come opera l’evoluzione in Natura su ogni specie esistente. Come ci ha insegnato Charles Darwin, in presenza di condizioni ambientali mutevoli, la selezione naturale tende a premiare gli organismi più adattati a sopravvivere alle mutate condizioni esterne. Nel caso dei batteri, l’esposizione continua agli antibiotici, premia quindi quei ceppi microbici che sono stati capaci di sviluppare nuove armi per bypassare l’azione dei farmaci.