Politica

M5s a Roma e la dura lotta di Renzi per riconquistare le prime pagine

Il caso Raggi, dimostra che il Movimento 5 stelle non è più semplicemente un fenomeno, ma un elemento strutturale della politica italiana. Parliamo di quella cosa che fino a ieri il premier definiva in vario modo per lo più in senso negativo: un gruppo che sceglie tra 50 click; quelli delle scie; quelli che dicono sempre no. Oggi invece scopriamo che il M5s, nonostante il caso Parma, vince Roma e Torino, e allo stesso modo si può presumere che nonostante Roma, possa vincere nelle prossime elezioni politiche.

Infatti i sondaggi ormai da parecchi mesi indicano il Movimento come vincente nei ballottaggi previsti per le politiche. Questo significa per i politici e gli analisti che il vantaggio appare ormai strutturale, nonostante le vicende romane. Anzi il consolidamento avanza proprio perché le vicende romane mantengono in prima pagina il movimento, in un momento come quello della ripresa post ferie, nel quale l’attenzione mediatica è massima.

L’elemento che inquieta Renzi è il mantenimento della prima pagina, che comunque porta a un consolidamento dei consensi. Nello specifico dei cinque stelle, non è legato al gossip sulle persone, quasi sempre sconosciute e anonime, ma ai valori di cui il movimento è portatore sano: l’onestà, la moralità, la trasparenza. Il caso romano dimostra che un movimento alle prese con il governo di una capitale, ha momenti difficili e criticità che deve superare. Ma ha anche il potere del “noviziato”, e il breve tempo intercorso dall’insediamento della Raggi, non consente alcuna accusa sensata di inciuci o lobbismo.

Insomma, è troppo presto per giudicare, è troppo presto per dimostrare la capacità di governo. Il dibattito interno tra base e organismi istituzionali del movimento, poi, non fa che facilitare la conquista delle prime pagine, che in politica conta. Una volta ricevetti una lezione esemplare da Mastella. Doveva partecipare a una festa a Vasto come ministro di Grazia e giustizia. Il giorno prima fece uscire un comunicato grazie al quale il Corriere aprì in prima pagina: Mastella non va a Vasto.

Il giorno della festa inaspettatamente si presentò a Vasto, guadagnandosi una ulteriore prima pagina: Mastella partecipa a Vasto. Il terzo giorno le prime pagine dei quotidiani riportavano il perché Mastella ci aveva ripensato e aveva partecipato alla festa di Vasto. Solo in questo modo si poterono ottenere  tre giorni di permanenza in prima pagina, in settembre, per la presenza a un incontro in una festa che altrimenti sarebbe stato invisibile.

Oggi l’imperativo “sensiano” di Renzi è cacciare il M5s dalle prime pagine. Per questo va a Porta a Porta con un rumoroso: “Aumenterò le pensioni minime” e se non bastasse “quattordicesima a pensionati minimi che non la percepiscono”. Dove troverà i soldi non si sa, ma per riconquistare le prime pagine può essere una buona idea. L’obiettivo è cacciare Raggi dalla prima linea e relegarla in seconda derubricando a guerra tra bande le vicende romane. Ma fuori dalla prima, perché non si può consentire una soluzione in prima pagina per Roma a 5 stelle. Perché il Pd lo sa che prima o poi una soluzione arriverà e poi alla fine il rischio è che la Raggi riesca a risolvere qualche problema in città.

Inoltre, il fatto che si discuta di questi temi sotto i riflettori infastidisce il Pd che non riesce ad attirare l’attenzione se non con il “No” di D’Alema al referendum, che per Renzi comunque rappresenta un danno interno. E poi, gli italiani, sono propensi a lasciar passare tutto ai 5 Stelle, consapevoli di aver sbagliato spesso a lasciar fare a una casta cui non hanno ancora perdonato i disastri. La duttilità dei protagonisti del Movimento e la facilità nel poterli ricambiare potrebbe essere addirittura un valore aggiunto, purché non rubino e non usino la politica per i propri interessi personali. È questo che garantisce al Movimento un futuro di consenso e di crescita, nella speranza che la loro crescita coincida con quella dell’Italia e degli italiani.