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Banche, ok Ue a ricapitalizzazione da 2,7 miliardi di un istituto portoghese con soldi pubblici: “Non è aiuto di Stato”

Via libera da Bruxelles all'iniezione di liquidità nella Caixa Geral de Depositos, che fa capo allo Stato. "E' a condizioni di mercato e ci aspettiamo che il ritorno sarà sufficientemente alto ed in linea con quanto avrebbe accettato un investitore privato"

Via libera da Bruxelles al salvataggio pubblico di una banca portoghese. La commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager e Lisbona hanno raggiunto un accordo iniziale su una ricapitalizzazione da 2,7 miliardi di euro del maggiore istituto del Paese, Caixa Geral de Depositos, che fa capo allo Stato. Inoltre il governo convertirà in capitale 900 milioni di bond e Caixa Geral si è impegnata dal canto suo a raccogliere capitale per un miliardo in titoli subordinati. L’iniezione di capitale non verrà considerata un aiuto di stato, ha riferito dalla portavoce della Commissione. “Le analisi della Commissione dicono che la ricapitalizzazione è avvenuta a condizioni di mercato, e ci aspettiamo che il ritorno per lo Stato sarà sufficientemente alto ed in linea con quanto avrebbe accettato un investitore privato”, ha affermato il portavoce.

L’accordo iniziale deve ora essere formalmente approvato da tutti i membri della Commissione. Caixa Geral è stata una delle banche portoghesi che hanno ricevuto un’iniezione di capitale dallo Stato nel 2012, nell’ambito del programma di bailout da 78 miliardi euro sottoscritto dal Paese con i prestatori internazionali. Ciononostante, con un’economia ancora in forte difficoltà il governo ha giudicato necessaria una nuova ricapitalizzazione per il gruppo, che 8.370 dipendenti e 1.200 filiali.

Il rapporto debito/Pil di Lisbona si attesta al 130% e, nel tentativo di raggiungere i target europei, il Paese sta cercando di far calare il deficit. Lo scorso anno Lisbona ha salvato anche il Banco Espirito Santo, affossato da investimenti ad alto rischio e crediti deteriorati. Secondo stime di Fitch, gli istituti portoghesi hanno in pancia 33,7 miliardi di crediti deteriorati netti, pari al 12% dell’esposizione totale.