Capitoli

  1. Banche, le buste paga dei manager impermeabili a crediti deteriorati, scandali e taglio di migliaia di dipendenti
  2. Per il numero uno di Mps 1,9 milioni. 8mila esuberi tra i dipendenti
  3. 1 milione all'ex padre padrone di Pop Vicenza Zonin. Indagato per aggiotaggio
  4. Consoli, l'ex dg di Veneto Banca appena arrestato, ha fatto causa per la liquidazione
  5. Da Intesa Sanpaolo 2,3 milioni all'ad Messina e 1,6 a Miccichè
  6. Scivolo da 10 milioni per Ghizzoni. E Unicredit taglia 6.500 dipendenti
  7. Da Ubi 1,6 milioni a Massiah, che ha annunciato 2.750 esuberi. Per Saviotti (Banco Popolare) 1,9 milioni 
Lobby

Da Intesa Sanpaolo 2,3 milioni all'ad Messina e 1,6 a Miccichè - 5/7

Fabrizio Viola, ad del MontePaschi per il quale è appena stato varato un rischioso piano di salvataggio, lo scorso anno ha guadagnato 1,9 milioni. Unicredit, che ha bisogno di un altro aumento di capitale, ne ha versati 10 come scivolo per l'ex numero uno Ghizzoni. Zonin, ex padre padrone di Pop Vicenza finito sotto inchiesta, ha preso più di 1 milione. L'ex direttore generale di Veneto Banca, appena arrestato, ha fatto causa all'istituto perché gli paghi 3,5 milioni di liquidazione

Per quanto riguarda le banche più grandi Intesa Sanpaolo, la più solida tra le italiane in base ai risultati degli ultimi stress test dell’Eba e forte di un utile 2015 di 2,7 miliardi, lo scorso anno ha versato 900mila euro al presidente del consiglio di sorveglianza Giovanni Bazoli e altrettanto a Gian Maria Gros Pietro, che presiede il consiglio di gestione. Bazoli, da aprile 2016 presidente emerito, ha ricevuto in aggiunta anche 9mila euro di gettoni di presenza nella veste di membro del comitato nomine della banca. A Carlo Messina, direttore generale e amministratore delegato, sono andati in totale 2,3 milioni tra compensi fissi (1,65 milioni), bonus e altri incentivi (502mila euro), benefici non monetari per un valore di 59mila euro e “altri compensi” per 119mila euro. A questo vanno aggiunti 1,24 milioni sotto forma di azioni della banca. Il direttore generale di Ca’ de Sass Gaetano Miccichè, che nell’aprile 2015 ha lasciato la poltrona di ad della controllata Banca Imi per diventarne poco dopo vicepresidente (quest’anno è stato poi promosso presidente), si è visto poi riconoscere 1,6 milioni tra stipendio fisso, bonus e incentivi e ha ricevuto azioni per un controvalore di 837mila euro. La banca non ha in programma esuberi ma sta portando avanti un piano di “riconversioni” che riguarda 3mila dipendenti in Italia.