Cronaca

Allarme bomba Milano, prefetto: “Sarà stato uno scherzo. Non è corretto equiparare immigrazione a terrorismo”

Al termine di un vertice in prefettura sull'accoglienza dei migranti, Marangoni torna sul falso attentato di lunedì: "In questo momento le forze di Polizia stanno visionando i filmati e ci sono degli elementi di interesse investigativo". "Sul fronte del terrorismo noi siamo molto sereni, stiamo facendo tutto quello che è possibile" ma "il rischio zero non esiste"

Quello di ieri “sarà stato uno scherzo o una imprudenza“. Lo ha detto il prefetto di Milano, Alessandro Marangoni, commentando il falso allarme bomba scattato lunedì 25 luglio alla fermata metro della Stazione centrale del capoluogo lombardo. “In questo momento le forze di Polizia stanno visionando i filmati e ci sono degli elementi di interesse investigativo”.

Marangoni ha risposto ai giornalisti al termine di un vertice in prefettura sull’accoglienza dei migranti. Alla domanda se questa ondata di immigrazione può portare più preoccupazione sul fronte del terrorismo, ha risposto: “Mi sembra non corretto fare l’equiparazione migranti uguale terrorismo anche se comprendo che in questo momento, anche i fatti di stamani in Francia (riferendosi all’omicidio del prete in Normandia, ndr), possano portare a grandi preoccupazioni”.

“Sul fronte del terrorismo noi siamo molto sereni, stiamo facendo tutto quello che è possibile fare e le nostre forze di Polizia sono eccellenti, sanno come lavorare”, ha proseguito Marangoni. “Siamo consapevoli che il rischio zero non esiste e lavoreremo sempre perché il margine di rischio si riduca sempre più – ha aggiunto – questo è l’obiettivo al quale tendiamo”. Alla domanda se verranno intensificati i controlli alla Stazione centrale di Milano il prefetto ha risposto spiegando che “tutto il territorio cittadino e anche dell’area metropolitana è oggetto di grande attenzione da parte delle forze di Polizia. Ci sono anche forze dell’esercito, nel numero di molte centinaia, giornalmente presenti sul territorio, che quindi è molto vigilato”.

“E’ chiaro – ha proseguito – che “quando ci troviamo di fronte, come ieri in Germania, ad un kamikaze che sceglie di farsi esplodere dove e quando e come vuole è più arduo e difficile poterlo impedire. Ma non è impossibile”. “Noi lavoriamo proprio affinché questi eventuali gesti, anche di emulazione, possano essere il più possibile vicini allo zero”.