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  1. Banca Etruria, coop e l’affare immondizia. Ecco perché aretini, senesi e grossetani pagano una Tari tra le più salate
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Banca Etruria, coop e l’affare immondizia. Ecco perché aretini, senesi e grossetani pagano una Tari tra le più salate - 3/6

Viaggio nella gestione dei rifiuti dell'Ato Toscana Sud, dove fioriscono conflitti d'interesse e duplicazioni inutili di ruoli, mentre i conti non tornano. Ma il governatore Rossi: "Il modello è vincente"

SINDACI CONTRO: “NON ABBIAMO PIU’ IL CONTROLLO DEI COSTI”
In seguito il sindaco di Casole d’Elsa, Piero Pii, eletto con liste civiche, è arrivato a demolire il progetto dell’Ato sin dalle fondamenta esprimendo un concetto che mette il dito nella piaga su cui sta lavorando la Procura di Firenze. Quello del vincitore della gara nonché unico partecipante, perché gli altri potenziali concorrenti sono stati scoraggiati dal bando. Testuale: “E’ sbagliato il disegno perché il disegno della legge nazionale e regionale ha senso se sul serio si va sul mercato – ha detto Pii – Se noi vogliamo continuare ad agire in una difesa politica, nostra, istituzionale di un servizio bisogna dire chiaramente alla gente che forse non siamo in grado di diminuire i costi perché questo è quello che sta accadendo”. Poi l’accusa, tutta politica: “Ci manca il coraggio di andare nello spirito della legge, non avendo più santuari politici dove continuare a gestire servizi che non ha più senso gestire come abbiamo fatto. Prima avevamo il controllo dei costi, ora non abbiamo più il controllo dei costi”.

E il futuro, a sentire il presidente dell’assemblea (il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi, del Pd) rischia di essere anche peggiore. Per un motivo semplice: la gestione interna degli impianti. Con costi insostenibili. “Hanno una gestione sostanzialmente vuoto per pieno, nel senso che al ridursi della quantità dei rifiuti lavorati cresce la tariffa – ha spiegato nell’ambito del dibattito assembleare – E noi, se ci mettiamo a leggere i nostri numeri, fra un anno e mezzo e ancora di più fra dieci anni, arriveremo ad una sensibile riduzione dei rifiuti conferiti con un sensibile aumento dei costi di gestione degli impianti”. Quindi l’uovo di Colombo, che a Grosseto si chiama discarica delle Strillaie e che, accogliendo rifiuti dalle altre province, promette 1,2 milioni di euro di minore costo per i cittadini. “Secondo me questa è la strada sulla quale bisogna lavorare per vedere di ridurre i costi ai nostri cittadini – è stata la chiosa di Bonifazi – Siamo consapevoli che si riducono tonnellate di rifiuti all’anno ormai da sei anni e i costi fissi di gestione degli impianti fatti di personale, luce, movimentazioni sono sempre gli stessi o crescono”.