Cultura

Sicilia, per riportare in vita Poggioreale servono persone non edifici

Al centro di Piazza Elimo c’è il monumento dedicato ai terremotati. In onore non solo di Rosalia Cusumano, Nunzio Pirrello e Giacinto Melita che vi hanno perso la vita. Ma anche di tutti gli altri che sono stati costretti ad abbandonare il paese. Poggioreale, come Gibellina, Montevago e Salaparuta. Con una differenza, sostanziale: Poggioreale, come Salemi, Santa Ninfa, Santa Margherita Belice, Roccamena, non è stata distrutta, rasa al suolo dal terribile terremoto nel Belice del gennaio 1968. Così mentre nasceva e poi si sviluppava il nuovo comune, quello antico era lasciato a sé stesso. Immagine sempre più sbiadita della storia passata. Il paese fondato nel 1642, la memoria persa di quello moderno nel quale c’è una nuova piazza Elimo, realizzata da Paolo Portoghesi.

Dopo più di quarantotto anni senza vita Poggioreale antica è un agglomerato di involucri. Case e chiese, palazzi e uffici, piazze e strade. Parti di un tutto che degrado e abbandono fanno sembrare senza tempo. Forse anche per questo, proprio lì, sono state girate scene di tanti film. Da Malena a La piovra, passando a L’uomo delle stelle. Ma anche set di numerosi reportage fotografici. Un luogo magnifico, comunque. A dispetto della situazione conservativa, drammatica. Molto visitato.

“Il cancello è chiuso e l’accesso vietato, tuttavia si può accedere da una via laterale ovviamente facendo attenzione perché certi muri stanno davvero per crollare. Oltre al fascino dettato dal vedere ancora l’interno delle abitazioni, i vecchi frantoi, carte ancora sul pavimento della Asl di allora…”, scrive su Tripadvisor chi l’ha visitato nell’ottobre 2015. Chi c’è andato alcuni mesi prima invece notava come “Mancano purtroppo pannelli esplicativi e indicazioni, anche se è lodevole l’azione degli “Amici di Poggioreale” vecchia di pulizia del sito”. Tutto vero! Ad occuparsi del sito, dichiarato pericoloso e quindi non fruibile da un’ordinanza comunale, è dal 2011 l’associazione “Poggioreale Antica”.

“Il corso era inaccessibile, i marciapiedi impraticabili. Così, ho iniziato a ripulire. Quindici giorni dopo, eravamo in cinque o sei cittadini a dare il nostro contributo la domenica mattina. A metà 2011 abbiamo costituito l’associazione, pur sapendo di violare l’ordinanza”, racconta il presidente Giacinto Musso. Il Teatro Comunale, Palazzo Tamburello con l’Ufficio postale, al piano terra. Palazzo Agosta. La Biblioteca. La Chiesa di Gesù e Maria. Soprattutto la chiesa di Sant’Antonio da Padova. Corso Umberto I e poi le altre strade. Tra polvere e detriti i volontari dell’associazione hanno continuato a lavorare.

Nel 2010 il Consiglio comunale locale ha approvato la Carta dei Valori e della Qualità. Poi nel 2012 ecco le linee guida per il progetto di recupero del vecchio centro, presentate dall’architetto Oriano Lelio Di Zio. Un piano che ha mosso i primi passi grazie al finanziamento regionale di 768.422,91 euro. Ma per realizzarlo per intero occorre una cifra ben più ingente. Secondo una stima approssimativa all’incirca 18 milioni di euro.Intanto, c’è il recentissimo finanziamento, da parte della Regione, del progetto di messa in sicurezza del corso principale. Una buona notizia, senz’altro, ma che rischia di apportare un limitato beneficio.

“Tra i nostri obiettivi vi è quello di riabbracciare i compaesani all’estero, in particolare la forte comunità in Australia e in America, in Louisiana. Raggruppare figli, nipoti e pronipoti degli emigrati, per conoscerne la storia e magari dare loro la possibilità di visitare la casa dei nonni”, spiegava alcuni mesi fa Musso. E’ proprio questa l’idea che sembra poter dare forza al progetto di rigenerazione. L’idea necessaria almeno quanto le risorse economiche che dovrebbero permettere le operazioni di restauro, altrimenti impossibili. Riportare a Poggioreale le persone che sono state costrette a scapparne. Almeno permettere a quelle persone, a quelle che non potranno fisicamente tornarci, di riappropriarsi di un pezzo della loro storia passata.

Non servirà ricostruire gli edifici, far entrare le persone. Poggioreale antica deve essere riempita di contenuti.