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Termini Imerese, Blutec firma contratto di sviluppo. Ma tre quarti dei soldi li mette lo Stato attraverso Invitalia

Dalla società piemontese che ha rilevato lo stabilimento ex Fiat arriveranno poco più di 24 milioni su 95,8 complessivi. Ora è prevista la riassunzione dei primi 250 operai che nella fabbrica siciliana produrranno componenti per auto

Dopo oltre un anno da quando nella partita per la riconversione del polo industriale ex Fiat di Termini Imerese è spuntato il nome di Blutec, la società piemontese specializzata nella produzione di componentistica auto ha firmato con Invitalia il contratto di sviluppo per il rilancio dello stabilimento siciliano. Ma quasi tre quarti della cifra necessaria li metterà sul piatto l’agenzia pubblica per l’attrazione degli investimenti guidata da Domenico Arcuri: su 95,8 milioni complessivi, 71 li concederà infatti Invitalia, mentre solo poco più di 24 arriveranno dalle casse della società che ha rilevato la fabbrica promettendo di riassorbire già “nei primi mesi del 2016” i primi 250 sui 700 operai lasciati a casa da Fiat e in cassa integrazione. Lo scorso autunno l’azienda aveva annunciato di essere riuscita in extremis a mettere insieme i 24 milioni di capitale previsti dagli accordi. In base ai quali lo Stato concederà ai privati che si fanno carico di Termini oltre 280 milioni di aiuti.

L’intesa siglata martedì da Arcuri e Cosimo Di Cursi, amministratore unico di Blutec, prevede che l’agenzia che fa capo al ministero dell’Economia conceda 67 milioni sotto forma di finanziamento agevolato e 4 milioni come contributo in conto impianti. Soldi che dovrebbero servire per far sorgere nell’area degli stabilimenti Fiat un nuovo sito produttivo per la fabbricazione di componenti automotive. Il progetto, sulla carta, prevede poi l’assunzione progressiva di 400 ex addetti Fiat: 250, appunto, entro il 2016, e altri 150 entro l’anno successivo. In seguito, secondo Blutec, saranno inseriti in organico ulteriori 300 addetti. Ma prima dovrà essere sbloccato un ulteriore investimento, dedicato all’allestimento di vetture ibride ed elettriche.

Decisamente ottimista Arcuri, secondo cui “sia pure in ritardo rispetto agli auspici” Termini “ritorna a essere un’area dove si producono beni, dove c’è occupazione e reddito. E non, come pure era sembrato, un luogo destinato a un inesorabile declino“.