Calcio

Lega Pro non paga lo stipendio al sub commissario che ha smascherato la disastrosa gestione economica Macalli

Belardino Feliziani, almeno per il momento, non verrà liquidato. Lo ha deciso il commissario straordinario della stessa Lega Pro Tommaso Miele, magistrato della Corte dei conti. E la vicenda finirà con ogni probabilità in tribunale. Intanto l'altro sub commissario, Paolo Marcheschi, si candida alla presidenza

Il suo lavoro ha scoperchiato in toto la gestione ‘allegra’ della Lega Pro sotto il profilo economico. Tanto che la lunga relazione di 64 pagine – accompagnata da 280 pagine di allegati – è finita al vaglio della Procura di Roma, che la scorsa settimana ha inviato gli uomini della Guardia di Finanza a Firenze per sequestrare numerosi documenti nella sede della terza lega calcistica italiana. E anche la Procura federale ha acquisito i documenti prodotti nei tre mesi di lavoro da sub commissario. Eppure Belardino Feliziani, almeno per il momento, non verrà liquidato. Lo ha deciso il commissario straordinario della stessa Lega Pro Tommaso Miele, magistrato della Corte dei conti. E la vicenda finirà con ogni probabilità in tribunale.

Nella sua lettera di dimissioni, consegnata il 20 ottobre, Feliziani, noto commercialista ed ex membro del Comitato tecnico Figc, scriveva a Miele: “Rimanere sub commissario fino al termine del mio mandato vorrebbe dire assuefarmi a comportamenti che mi sono del tutto estranei ed a minare la mia reputazione. Le uniche cose che lei può imputarmi riguardano la serietà, l’imparzialità, la competenza e il riserbo con cui ho prestato la mia opera, ancora una volta, a beneficio del movimento calcistico del nostro Paese”. Secondo Feliziani, insomma, Miele gli avrebbe impedito di lavorare nel migliore dei modi alla redazione del bilancio 2013/14, approvato solo pochi giorni fa dopo una lotta intestina durata quasi un anno tra la vecchia governance di Mario Macalli e le società dissidenti che da tempo chiedevano un cambio di rotta. Parlando di mancanza di “terzietà” e “imparzialità”, l’ex sub commissario attaccava: “Nel corso del mio lavoro lei non si è mai reso disponibile ad ascoltarmi e ad esaminare le evidenze che via via emergevano – scrive – nel frattempo, però, e la cosa era per inspiegabile, lei non lesinava tempo ed attenzione continue al dott. Di Meane”, ovvero uno dei consulenti “dominus” dei bilanci durante l’era Macalli.

Accuse che il commissario aveva stemperato in un “non sono in conflitto con nessuno” e respingendo “con fermezza qualsiasi dubbio sollevato riguardo alla mia indipendenza”. Per poi esprimere, alcuni giorni dopo, “soddisfazione” per l’inchiesta della Procura federale riguardo le relazioni di Feliziani “confidando in opportuni accertamenti” e ricordando “di aver fatto un’apposita segnalazione” alla stessa procura affinché si facesse luce “sulla anticipata diffusione” delle stesse relazioni. Al momento di sottoporre il bilancio all’assemblea, tra l’altro, il lavoro dell’ex sub commissario è in larga parte rimasto invariato, fatte salve due variazioni apportate da Miele sulla “rideterminazione del fondo rischi” e sulle “fatture da ricevere”.

Nel frattempo però è arrivata la decisione si stoppare il pagamento con motivazioni che – secondo quanto apprende ilfattoquotidiano.it – spaziano dall’aver disatteso l’obbligo di riferire esclusivamente al commissario al presunto “grave ritardo” rispetto alla tempistica prevista, fino alla mancata conclusione dell’incarico e all’accusa d’aver diffuso la relazione provocando un danno d’immagine alla Lega. Eppure il bilancio è lì, approvato sostanzialmente nella versione di Feliziani, il cui lavoro ha ricevuto il plauso di Carlo Tavecchio in Consiglio federale ed è stato molto apprezzato dalle società. Feliziani tra l’altro non è l’unico ad aver chiuso in anticipo il mandato, visto che l’altro sub commissario, Paolo Marcheschi, ha annunciato (8 dicembre) le dimissioni e la candidatura alle prossime elezioni per la presidenza della Lega nel segno di “discontinuità e innovazione”.

In quanto al danno d’immagine arrecato alla Lega Pro, bisognerebbe semmai guardare a ciò che è avvenuto negli anni precedenti. “Si tratta di una vicenda umiliante di cui desidero non parlare e che ho rimesso all’attenzione del professor Guido Valori che mi assiste – spiega a ilfattoquotidiano.it Feliziani – Certo non posso non rilevare che il commissario, che pure ha attinto a piene mani al mio lavoro come riconosciuto pure dal presidente federale durante il Consiglio del 22 ottobre scorso, con la sua decisione del tutto infondata ha esposto la Lega a ulteriori danni che certamente pretenderò mi vengano riconosciuti in sede giudiziaria”. Contattato tramite l’ufficio stampa della Lega Pro per commentare la vicenda, il commissario Miele ha risposto che “non rilascia interviste né dà spiegazioni in ordine ai motivi giuridici che non gli consentono allo stato degli atti di procedere alla liquidazione”.